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Camera dei Deputati -232- Senato della Repubblica

xi legislatura - discussioni - seduta del 28 maggio 1992


professionalità, con trasparenza, con sacrificio.

Il popolo italiano, nel segreto delle urne, ha espressa il suo parere. Sta ora al mondo politico saper gestire bene questo mandato. Nulla è impossibile se prevale la buona volontà di servire il bene comune a ogni costo. Una è la mira, uno lo scapo: la difesa dei diritti della persona umana, a partire da chi è più debole e più indifeso.

La democrazia deve avere la forza di saper scegliere, suo compito primario è l’assunzione di responsabilità. Politica è tutto ciò che interessa la polis, la gente, la comunità; è fuori e contro il concetto stesso di politica l’interesse personale o di categoria, o l’esclusivo, prevalente interesse di partito sull’interesse generale del Paese.

Qui è la questione dominante: per chi ha o ambisce di avere responsabilità pubbliche non bastano i certificati penali con scritto «nulla»; occorre la pubblica estimazione, occorre la trasparenza, il poter render conto, sempre, delle proprie azioni, della propria gestione. Occorre conquistar fiducia con le idee, con la linea politica (Applausi dei parlamentari della DC, del PDS, del PSI, di rifondazione comunista, repubblicani, liberali, verdi, del PSDI, del movimento per la democrazia: la Rete, federalisti europei e della lega nord), con la fedeltà agli impegni, ben lungi da favori, da clientele, dal ridurre il voto ad una moneta per favori ottenuti o promessi. Ciò vale per i governi, vale fino alla più piccola responsabilità pubblica.

Questa democrazia deve trovare nuova forza e può rigenerarsi solo sui valori fondamentali dell’uomo. L’articolo 2 della Costituzione — e ci siamo commossi allora a votarlo — parla di diritti inviolabili dell’uomo che la Repubblica riconosce e garantisce. Per riconoscerli occorre che vi siano; per garantirli occorre sacrificarsi senza limite alcuno, senza ostacolo, senza riserve.

Io, certo ultimo, esco dalla scuola politica di Sturzo e di De Gasperi, che nella fedeltà alle loro convinzioni religiose, sempre testimoniate con assoluta coerenza, ebbero dello Stato la limpida concezione laica (Applausi) che si esprime nel rispetto assoluto della Costituzione e delle leggi, nel mai straripare dalle proprie competenze e responsabilità, nel mai servirsi dello Stato, ma di saperlo servire, con fedeltà assoluta sempre, nel ricordare che lo Stato è di tutti, veramente di tutti, e nessuno lecitamente può apporgli il marchio della propria parte politica, della propria fede religiosa, dei propri personali convincimenti, perché ogni cittadino deve riconoscersi nello Stato, ha diritto di riconoscersi nello Stato (Applausi).

Ritorno su due temi, entrambi vitali per la nostra democrazia. Le riforme costituzionali anzitutto. Credo che compito del presidente sia anzitutto quello di registrare con oggettività la volontà popolare per fare in modo, nell’ambito dei suoi poteri, che tale volontà si traduca in fatti validi ed efficaci. Tutti i partiti, da tempo, unanimemente, sostengono la necessità delle riforme delle istituzioni. Ora non è più consentito attardarsi in disquisizioni anche eleganti, ma altrettanto inconcludenti. Delle proposte sono state seriamente studiate, elaborate, sottoposte al vaglio del Parlamento, ma tutto è rimasto fermo e il dialogo o non è nato o non ha prodotto effetti. Di fronte a tale situazione, che diventa incomprensibile anche per la gente, occorre volontà politica determinata ed efficace, occorre serietà di intenti e di comportamenti.

Per questo il presidente della Repubblica rivolge, fin da questo momento, in questa Assemblea solenne, rispettoso ma fermo invito al Parlamento perché proceda alla nomina di una Commissione bicamerale con il compito di una globale e organica revisione della Carta costituzionale nell’articolazione delle diverse istituzioni (Applausi). Una Commissione comprendente tutte le forze politiche, agganciata solo ai grandi valori dell’uomo, che abbia saggezza e coraggio per discernere ciò che è vivo e vitale da ciò che richiede nuove impostazioni e soluzioni o anche soltanto correzioni. Tutto ciò avendo sempre chiaro il fine da raggiungere, che è il maggior bene ed il miglior servizio per il nostro popolo, un popolo che ha il vanto di una tradizione politica e culturale, doverosa ed ammirevole nel riconoscere, con pienezza di diritti, le ricchezze delle minoranze linguistiche, ricchezze di cultura, di tradizioni e di storia (Applausi).