Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
― 17 ― |
apparenze, le mille genuflessioni e gl’infiniti tornaconti; ingorda avidità presuntuosa che in diversissimi modi tende al Mediterraneo ripetendo un destino che sembra immutabile; ma che in Roma s'infrange e si consuma in Roma, la quale fu ed è, e fatalmente oggi è per essere, per una gigantesca giustizia latina, l’eterna ampia e capace tomba dei barbari.
La tragedia è lunga: le nozze con Roma dànno un lento sfinimento: i dominatori nomadi stringono un corpo inerte, e la loro disperazione a volte riempie la volta del cielo.
Ma la civiltà romana s’era veramente perduta nel caos delle invasioni?
Non è possibile che si consumi dovunque ciò che è stato per secoli in ogni luogo.
Mentre i dominatori del nord accumulavano sui vinti le superstizioni e l’ignoranza, molti Romani non uccisi, ma tratti schiavi presso le sedi barbariche, vi seminavano gli usi e le credenze meridionali e il cristianesimo.
Ebbe principio così un periodo meno barbaro, periodo pauroso e difficilmente immaginabile, come quello che non ha lasciato ricordo, in cui il sistema feudale dominò. Creazione pienamente germanica nello spirito e nelle forme, sorto dalla necessità di conservare le conquiste, degenerò in una insolente aristocrazia che invase l’Europa intera. I contadini