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festa di Pasqua, che in quell'anno (1282) cadeva nell'ultimo giorno di marzo. Av venne nella mattina del sabato santo, che un giovane Cavaliere Francese, ra pì dalla paterna casa con la più aperta violenza la più bella donzella della città, destinata in sposa a un giovane delle pri marie famiglie. I Palermitani presero l'ar mi per vendicarsi di un insulto di questa fatta, e i Francesi per sostenere il loro compatriotto . La notte avanti la festa, adunatisi i primi in gran numero in diverse case, disposero il modo di mettere in esecu zione quella famosa congiura, o per meglio dire quell'orribile macello sì noto nella stória sotto il nome di Vespro Siciliano, perchè il segnale fù il suono delle cam pane pel'Vespro Pasquale in tutta l'Isola. Al primo tocco di queste, si fece in Pa lermo man bassa , e si trucidarono a colpi di coltello e di stile quanti Fran cesi dimoravano in quella città, senza dis tinzione di età, di grado, di sesso e di condizione. Non si ebbe alcun riguardo ne a parentela, ne ad amicizia, e l'odio era giunto a tal segno, che si giunse ad aprire il ventre delle donne incinte da' Francesi, per non lasciare in Sicilia il mi nimo avanzo dell'aborrita nazione. La virtù non ostante seppe esiger rispetto da genti, che non respiravano che il sangue è la strage, risparmiandosi la vita a un Provenzale Governatore di Cefalù, che si distinse con la sua moderazione, dol cezza, ed equità. Tutto il rimanente perì con varie specie di occisioni , avendo tutte le città, terre, e castelli del regno