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182 | Di Corinalto ne i Senoni. |
rimuneratione di sì gran prova, una Piazza morta durante la sua vita assegnolli, delle più ricche, che à benemeriti conferir solea; e per memoria di questo fatto à posteri, volle che in lettere anco patentali di ben servito si registrasse, come dal Capitan Caponi fù esseguito à punto. Et oltre il testimonio delle sudette lettere patentali, hoggi li suoi Commilitoni viventi à piena voce questa veritade confermano; massimamente quelli, che all'una, & all'altra impresa si ritrovaron presenti, come Pietro Paolo Ridolfi dalle Fratte, il quale serve hora per Dispensiero alla Corte di D. Livia Duchessa d'Urbino, e Bartolameo Bartolucci dal Piobico, nobile Soldato, e per lo suo valore assai temuto. Oltre queste, molte altre imprese raccontano, che sopra la sudetta Armata facesse, degne tutte di memoria à posteri, le quali per al solito la mia brevità servare, nella mia penna lascio. Vedendo Christoforo da quella quiete restar il suo valor inquieto, e solo trovando il riposo nel moto, renuntiando la Piazza; al soldo de' Venetiani si spinse, da cui fù di commandi degni honorato; e ritrovandosi à gli Orci Alfiere di una Compagnia di ducento Fanti, fù al Senato per la carica di Capitano proposto, la qual senza dubbio ottenuto haverebbe, quando non havesse considerato, che lo star ne i Presidij otioso, non era mezzo sofficiente d'inalzarlo à meriti maggiori; si licentiò per tanto da quel servitio, e tosto se ne passò in Piemonte al Campo Cattolico, in cui giunto à pena, fù arollatto nella Compagnia di Lancie, sotto il commando di D. Diego di Luna, ove la sua virtù conosciuta, servì quattr'Anni continui, à lui commettendosi delle più ardue imprese il commando, massimamente nell'assedio di Vercelli in molte scaramuccie, & all'acquisto de' posti da' nemici tenuti. Quindi finita la guerra, fù di tre Lettere patentali di ben servito honorato dà tre principali di quell'Essercito, come da D. Francesco Paravicino, Tesoriere Generale del Milanese Stato, da D. Marcello Piementelli, Tenente Generale della Cavalleria d'Italia, e dal sudetto D. Diego, in cui tutti concordevolmente testifican, questo Soldato Christoforo in quattro Anni continui, che servì nella Compagnia di Lancie, non solo essere stato pontualissimo nell'ordinarie fattioni; mà in qualunque impresa, per ardua, che si fosse, à lui per ispecial commissione imposta, con grand'ardire, e coraggio, & con somma gloria del suo valore essersi diportato; perciò come benemerito dell'armi della Maestò Cattolica, erasi fatto degno di havere ogni maggior rimuneratione da quella, & essere di qualunque grado, e dignità decorato. Tutte queste lettere furono date in Milano, l'Anno 1618. una lì 15. di Luglio, la seconda li 27. di Novembre, e l'ultima lì 28. del medesimo Mese, in lingua Castigliana, le quali con
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