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174 Di Corinalto ne i Senoni.

Pontefice, di repente al suo servitio chiamollo, dichiarandolo (come già fù di Paolo Quinto) suo Camerier secreto, con intentione di portarlo anco à dignità maggiori. Mà uscito à pena dal Conclave, sendo da non aspettata infermità assalito, in brevi giorni perdè la vita, e con la vita, in mezo à tanti honori, il felicissimo corso delle sue sperate grandezze.


F

rancesco Brunori, (di cui regionossi sopra,) dopò haver servito in molti officij honorevoli alla Corte Romana, eletto fù per gli suoi meriti Rettori di Corinalto, nella Chiesa di S. Pietro, con tutte quelle ricche rendite: ove tratenendosi, per lo spatio di cinquanta quattr'Anni, che di detta carica hebbe il possesso, non meno co'l buon'essempio di se medesimo, che nella particolar diligenza, e sollecitudine, (la quale usò sempre co' sudditi) in tal concetto egli salse, che come Angelo era tenuto, e riverito. Scrisse sopra molti luoghi della Sacra Scrittura, & sopra altre materie utili, che di presente in mano de gli suoi nipoti si trovano. Mancò l'Anno 1629. e da tutti fù pianta la sua morte, stimandosi anco probabilmente, che intatta sino alla sua morte la sua Verginità conservasse.


A

driano Sandriani fù huomo prudente, savio, e bravo Soldato. Questo nelle guerre di Fiandra essendo Alfiere, contro gli Heretici militò lungo tempo, & in ogni sua fattione generosamente portandosi, gran nome di se lasciò in quegli Esserciti. Ritornato in Italia per aggiustare gl'interessi di sua Casa, alcuni Anni alla Patria si trattenne. Di nuovo da quella uscendo, con l'occasion delle guerre nel Friuli, da Signori Venetiani, con lettere Ducali fù dichiarato Capitano ordinario, e Condottiere di ducento Fanti; nella qual carica non solo servì con diligenza, e fede, sin che finì la guerra: mà parimente dopò seguitò à quel soldo, essendo impiegato con le sue genti in quelle fattioni, che maggior esquisitezza nel servitio cercavano. Ed egli per al concetto corrispondere, che di lui tenevano quei Signori, accrescendo al suo valore l'affetto, non men bravo nel combattere, che vigilante nell'osservare gli andamenti nemici continuamente mostrossi; e singolarmente questo all'assedio di Gradisca faceva in tanto, ch'un giorno s'avide, dover da gli assediati la seguente notte esser nel suo posto assalito, ove vigilante, e co' suoi in ordinanza trovato, fè di quelli riuscire i disegni vani. Quindi Pompeo Giustiniano, Generale de' Venetiani questo fatto al Senato riferendo, soggiunse in lode di lui, ch'egli nell'andare à rivedere i posti, anco all'improvisto, ed hora inaspettata, non haveva conosciuto più diligente, e vigilante Officiale in tutto l'Essercito, del detto Capitano Adriano Corinaltese, non haven-

dolo