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168 Di Corinalto ne i Senoni.

tenne, di Maggiordomo essercitando la carica, e della sopraintendenza de' suoi Stati. Vecchio divenuto essendo, mosso dal natural desiderio, che hà ciascheduno di morir nella Patria, tornò à Corinalto d'Anni, e di ricchezze ripieno, havendo sopra mille scudi annui de' beni Ecclesiastici. Al fine dell'andato secolo morì nella casa paterna, lasciando heredi Gioseppe, e Marc'Antonio Cimarelli suoi nipoti, figli di Urania, che fù sua diletta, & unica Sorella. La sua morte fu universalmente nella Patria pianta, per la rimembranza de' beneficij, che da gli suoi favori nella Corte Romana, (mentre ch'egli nel tempo accennato vi stette) ricevuti s'erano.


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ier Andrea Santarelli Nobile Cittadino di Corinalto, ritrovandosi nell'età di sedici Anni, navigò in Candia, ove servì Soldato Caporale sotto il commando del Capitan Muricone da Iesi. Dopò ivi haversi trattanuto due Anni, se ne passò con la carica d'Alfiere in Lepanto, nell'Armata Navale, sotto il commando del Capitano Magio suo zio; dove si diportò contro gli nemici nostri con tal valor', e coraggio, che meritò (subito ritornato alla Patria) essere dall'Apostolica Sede per Capitano delle militie eletto; in cui sendosi dodeci Anni essercitato, più voglioso d'honori passò in Avignone, dentro il cui presidio due Anni con molta puntualità servì la medesima sede per Huomo d'Armi, sotto il commando del Colonello Alessandro Amici da Iesi. Conosciuto per fama il suo coraggio dal Duca di Pernone, con gran desiderio fu dimandato al soldo della Corona di Francia, dove andò nel medesimo ufficio d'Huomo d'Armi, sotto il governo dell'istesso Duca, dal quale (dopò lungo servitio) licentiandosi, ne ottenne lettere amplissime di ben servito, scritte in lingua Gallica, l'Anno 1587. in cui d'ogni suo honoratissima fattione si fà piena memoria, lequali da me nell'Originale suo proprio appo li suoi Discendenti son state vedute. Tornato in Italia, dal Sommo Pontefice Sisto Quinto fu dichiarato Capitano delle Militie di Iesi, e Territorio suo, con lettere patentali del Cardinal Mont'Alto, date in Roma lì 17. Decembre 1589. Dopò due Anni da quel servitio rimosso, fu mandato dal Pontefice successore Gregorio Quartodecimo, per Capitano delle militie del Presidato, con lo stipendio di buona somma di moneta al mese, come appare per lettere patentali di Paolo Sforza, all'hora di Chiesa Santa Generale Tenente, date in Roma 10. di Luglio 1591. Nel medesimo Anno crescendo in quelle parti la forza de' Banditi, fù dichiarato Condottier di Cavalli contro Marco Sciarra, Duce di molti scelerati ladroni (come appare dalle lettere di Vincenzo Giustiniano, all'hora Generale Tenente dell'armi della Chiesa, date in S.Severino lì 9. d'Ottobre 1591.) contro quali havendo egli più volte combattuto, ne riportò molte vit-