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164 | Di Corinalto ne i Senoni. |
vento, che quasi destrutto, fu da suoi Padri abbandonato. Questo per sua habitatione elegendo, molte entrate annue gli diede: Onde al presente frà i primi Conventi della Provincia s'annovera; come parimente l'accenna Frà Pietro Rodulfi nel secondo libro dell'Historie di S. Francesco, in queste seguenti parole: Magistrum Ludovicumm Panta de Corinalto, qui ad meliorem spetiem redegit, in pluriumque construxit locum Recineti. Hebbe questi nella Corte Romana credito grande; Onde gli suoi pareri nelle cose ardue, spettanti alla fede, furono sommamente stimati. Morì in Recanati carico d'Anni, con tal'edification, che lasciò à vivi buona opinione della sua salute.
rà Filippo Ranieri Minore Conventuale, Maestro della Sacra Theologia, fu sottile Scolastico, Predicatore celeberrimo, e nella prudenza politica eminente: Per lo che dalla sua Religione hebbe molti governi, si come dalla Sede Apostolica, da cui fu mandato con autorità plenaria General Commissario in Puglia, e nella Dalmatia Ministro Provinciale; ove promosse la Regolar Osservanza, e co'l suo buon'essempio in quelle parti, molto accrebbe l'Ordine suo. Fù coetaneo, e compagno nelle Scuole di Frà Felice da Mont'Alto, il qual creato Pontefice, Sisto Quinto chiamossi; da cui per gli suoi meriti venne singolarmente amato; tanto che, subito al Pontificato assunto, determinò, ch'ei fosse chiamato in Roma, con intentione alla dignità suprema di Cardinal'inalzarlo; & havendo inteso, che pochi giorni avanti fosse all'altra vita passato, non potè dalle lagrime astenersi, dicendo à chi portolli la nuova. Io del mio caro amico non piango il caso, sapendo ch'egli era mortale: mà ben si della mia sorte dolgomi, non havendomi concesso il tempo di potere le sue virtà, & il cordiale amore verso la persona nostra, premiare.
rà Bartholomeo Vetoli del medesimo Ordine, fu della Sacra Theologia Maestro Illustre, e Predicator fruttuoso. Mentre lontano dalla Patria essercitavasi nelle Catedre, intese con infinito cordoglio, che il Convento di Corinalto, dalla sua Religione levato, fosse à Padri zoccolanti conferito, da quali come proprio veniva pacificamente goduto; & accorgendosi non esservi per rihaverlo rimedio, navigò in Sardegna, ove conosciuti gli suoi gran meriti, honorato fu in diverse cariche di governi, del Provincialato in ispecie, nel cui ufficio diportossi co' suoi sudditi sì mansueto, e zelante, che da loro come cosa Divina era in un'istesso tempo temuto, amato, e riverito. Indi udita la nuova, che Frà Felice da Mont'Alto era stato al Pontificato assonto, ritornò tosto in Italia, e trattando in Roma del sopradetto Convento il desiato possesso (se bene con gran difficoltà) finalmente co'l mezo efficace del Cardinal Sarnano, l'ottenne;