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Libro Terzo. | 161 |
portanti affari del suo Stato, non si serviva d'altri, che della sua Persona. Quindi avvenne, che da certi principali di quella Corte molti invidiavasi, singolarmente da Francesco Birago Signore di Sant'Albino, che l'Anno 1567. nel mese d'Agosto, vestito di piastra, e maglia, e spalleggiato da buon numero de servi, con disegno di levarlo dal Mondo, alla sprovista l'assalse. E gli sarebbe l disegno riuscito, quando co'l suo solito ardire non si fosse gagliardamente difeso. Mà sendo egli solo contro tante spade, nè potendo ripararsi da tutti gli nemici colpi, fu gravemente nel braccio destro ferito. Indi à poco delle sue piaghe sanato, à campo aperto sfidò l'avversario, e con l'autorità di quell'Altezza per duellare nello steccato entrarono, ov'egli havendo di molti colpi mortali l'inimico depresso, vittorioso, accolto fu dal Duca, e dalla Corte, con incredibil'applauso. Et in premio dell'ottenuta palma, tosto suo Maestro dechiarollo di Camera, nel qual honore non solo in vita di Emanuelle Filiberto continuò, mà sotto la Signoria di Carlo Emanuelle ancora, per lo spatio di quindeci Anni: Indi vecchio essendo, & infermo, con buona gratia di quel prencipe, alla sua Patria tornossi, di ricchezze, e di Privilegij carco; ergendo in quelle Provincie i termini del non plus vltra, alle sue memorande attioni. Morì nel fine del passato secolo: Il cui cadavero fù con solennissime essequie nella Chiesa di S. Francesco sepolto, dentro la Cappella da lui vivente eretta, laquale ornossi dell'armi, e de gli stendardi, che in guerra à gli nemici tolse; de' quali trè sino à questo giorno sopra la detta Capella ispiegati si veggono, testificanti delle sue gloriose vittorie i meritati trionfi.
ivio Fontini, bellissimo d'aspetto, fu da Emanuelle Filiberto fatto Capitano di Fanteria, e l'Anno 1578. ricevè dal medesimo l'habito di Cavagliere della Religione di S. Mauritio, e Lazaro, havendo prima sofficientemente la sua nobilitade provata. Si trattenne quattro Anni à quel servitio, ove diede gran segni della sua virtù, tanto nelle guerre di Francia, come del Piemonte. Ritornato alla Patria l'Anno del Signore 1582. sprezzate le grandezze del Mondo, che giudicolle del tutto esser caduche, e vane, entrò nella stretta Riforma de' Padri Capuccini, in cui Frà Paolo chiamossi, e nel Luogo di Camerino, in capo all'Anno fece la professione solenne. Nel poco tempo, che in quella santa Religione dimorò, diede con giovevoli essempi, ed ottimi costumi, della sua bontà gran saggio al Mondo: Onde mancando da questa miserabile valle dè lagrime, l'Anno 1588. in Monte Alboddo, salì (come si spera) per goder'in Cielo delle sue fatiche il premio.
Xx Pandolfo