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152 Di Corinalto ne i Senoni.

faticossi nelle determinazioni della Christiana riforma. Servendo nella carica di Auditor, e di Consegliero il Cardinale Delfino, fu da esso condotto in Alemagna, quando v'andò Legato del Pontefice, per interessi della Catolica Fede: ove contro gli Heretici Luterani disputò più volte, e li confuse; che se bene alcun profitto non ne potè ritrahere, reportonne però dalla loro confusione gran vanto.


B

runoro di Viviano, fu huomo nell'arte Oratoria singolare: Onde l'Anno 1517. lì 2. di Giugno, fu spedito Ambasciatore à Francesco Maria Duca d'Urbino, mentre saccheggiava Iesi, ad offerirli la Patria, per placar l'ira sua contro li Corinaltesi, minacciando loro il ferro, ed il fuoco, per non haver essi voluto alla sua ubbidienza (come l'altro Terre della Provincia) rimettersi. Questi non solo seppe co'l suo dire acquietare quel Prencipe: mà con vantaggiosi patti )ad esso promettendo la Terra) molti favori, e gratie da lui ottenne, come dalle patentali lettere apparisce, che nell'Archivio del Pubblico nel suo Originale si trovano. Fù dall'istesso Prencipe, conforme alla consuetudine militare, con molti honori trattenuto per ostaggio, e pegno della sua data fede, insieme con Ser Sante, che nell'Ambascieria li fu compagno: mà essendoli poscia da i Corinaltesi la fede rotta, furono questi amendue condennati à morte; dalla quale con modo più tosto prodigioso, che humano fuggendo, scamparono, e salvi si ridussero alla Patria, non con minor stupore i Compatrioti, che giubilo de' parenti. Fù di conseguenza tale questa fuga, che nell'animo de i Difensori centuplicò l'ardire, e da' timidi ancora iscacciò il timore, consolidando tutti nella virtù della fortezza, in morire gloriosamente à difesa della Patria. Si gran piacere prese la Romana Corte di questa heroica attione di Brunoro, che in quella salì à grande stima: Onde dalla Santa Sede facilmente impetrava tutto, che per se, e per gli suoi figliuoli ragionevolmente chiedeva: Et in particolare à favore di Viviano suo secondo genito, che dalla medesima Sede transmesso fu allo Studio della Sorbona in Parigi, dove in pochi Anni fè tal progresso in ogni scienza humana, e Divina, che acquistò nome del più famoso letterato di quell'età, sì che da i Moderatori della medesima fù eletto per Maestro di studio, l'Anno 1536. li 20. di Genaro; in cui diportandosi egregiamente, l'Anno 1540. lì 10 di Giugno, fu alla Dignità del Dottorato assunto; come le lettere patentali raccontano, che in mano de' suoi parenti in Corinalto serbansi. E nella medesima Università ottenne una Cathedra delle più stimate; in cui, con gli ordinarij stipendij molti Anni lesse, non men con vanto straordinario del suo valore, che con progressi incredibili de' Scuolari. Giunta in italia del suo saper la fama, da diversi Prencipi fù al servitio loro, con promesse larghe di ricchi stipendij chiamato: mà facendo

questi