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Libro Terzo. 147

sendo che i Venerij (come si crede) trassero da Suasa l'origine, & in quella Città invecchiati, rinovellaronsi con essa in Corinalto. S'estinse questa Casa pochi Anni à dietro nel retaggio de' Maschi, per la morte d'Emilio, e del Cavagliero Andrea suo figliolo, amendue soggetti di grande stima, ben degno punto di una si nobil linea.


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iovanni Benedetto Amati, essendo facondissimo oratore, e nel parlare sommamente gratioso, sempre fù da Prencipi grandi tenuto in istima, da quali ogni bramata richiesta otteneva, come con gli effetti ben dimostrollo, quando dal suo Pubblico, Oratore spedito alla Romana Corte, da Leone Decimo benignamente impetrò due volte la confirmatione del mero, e del misto impero, & ogni altro favore, che dal medesimo Publico desideravasi (com più diffusamente si domostrò nell'Historia.) Visse lungo tempo dopò la liberatione di Corinalto, con tutti i meritati honori. Mancando lascio solo due figlie, le quali con lodevoli attioni manifestarono al Mondo esser d'un tal Genitore propagini vere; particolarmente Candia, che fù Donna di gran valore, e di spiriti virili: Però che vivendo, infiniti beneficij à Corinaltesi ella fece, non tanto frà gli animi discordi mettendo pace; quanto in sollevare gli oppressi, aiutare i poveri, & alla retta strada i traviati ridurre; Morì finalmente pochi Anni à dietro, non men d'opre buone carica, che vecchia d'Anni.


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ilvio Orlandi famoso Dottor di Legge da diversi Sommi Pontefici venne di molti governi honorato; però che da Leone Decimo mandossi Governatore di Spoleti, l'ultimo Anno del suo Pontificato, e della nostra Salute 1521. Da Adriano Sesto alla Città di Terni, con la medesima carica, l'Anno 1522. Da Clemente VII. à Faenza, l'Anno 1524. e dal medesimo à Iesi, l'Anno 1525. e 1527. à Fabriano; Da Paolo Terzo à Foligno, l'Anno 1535. e da altri Pontefici in altri luoghi simili, ed anco maggiori, come vedesi nei Brevi Pontifici, e lettere patentali, che appresso gli suoi posteri stan ben costudite, per conservare in Casa loro la memoria di un sì degno soggetto. Finì glorioso il corso della sua vita in Norsia, ove ritrovavasi la seconda volta Governatore, con universal cordoglio di quel Popolo, che non come Giudice, mà come Padre l'amava, e riveriva.


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iovanni Andrea Fata, essimio Dottore nell'una, e nell'altra Legge; fù di tal grido à giorni suoi, che i maggiori Prencipi d'Italia con instanza non ordinaria lo dimandavano al servitio loro, come appare dalle lettere de i detti Prencipi à lui dirette, che in mano de gli suoi congiunti, si vedono. Penetrato il suo valore (quantunque giovanetto) da Giulio Secondo fù mandato al Governo di Rimino lì 15. di Giugno, l'Anno 1511, Intesa la morte di questo Pontefice da Campo Fregoso, Duce di Genova

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