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136 | Di Corinalto ne i Senoni. |
che fù di questa Patria dignissimo patritio, ricco assai, havendo nel Territorio havuto dieci grossi poderi, e nella feconda pianura della Staviola Contea confinante con Mondolfo, cento cinquanta salme di terreno, con infinito numero di Animali: nè havendo egli altri figli, che Cecilia bellissima di corpo, e di costumi, l’Anno del Signore 1294. la maritò ad Attilio figliol di Giacomo Fonti di Mineo, Luogotenente di Carlo Angiò Rè di Sicilia. Servissi Nero delle sue ricchezze alla difesa mai sempre dell’Apostolica Sede, contra le crudelissime persecutioni de’ Gibellini, e de gl’Imperatori Tiranni. Fatto indi Capitano de’ Guelfi, con ardire, e coraggio s’oppose à Manfredo Re di Puglia, che con violenza, e frode cercava d’occuparsi lo Stato Ecclesiastico, & della sua virtù con molta lode, non meno fuori della Tirannide fiera di Corinalto l’escluse, che di molti altri luoghi di quella vicinanza: anzi con l’aiuto delle fruttuose predicationi di S. Pietro Martire, ridusse del Sommo Pontefice all’obedienza la Patria, & all’essercitio del sacro, e divin culto. Si tiene anco probabilmente à questo medesimo effetto procurasse, che ivi à predicar venisse l’Angelico Dottore S. Tomaso d'Acquino, & che alle persuasioni del medesimo egli facesse la grossa, e nobil Campana di Santa Maria del Mercato formare, di cui ragionassimo sopra. Morì questo Illustre Capitano l’Anno della nostra Salute 1308. fece molti Legati Pij, e delle sue ricchezza instituì universal herede Cecilia unica sua figlia, e Pier Benedetto figlio di lei, ed Attilio, suo diletto nipote. Finì con la sua morte in Corinalto l’antichissima Casa de i Piccini, la quale credesi, che dalla distrutta Suasa trahesse l’origine.
ttilio Fonti di Mineo venne in Corinalto l’Anno 1294. mandato da Pier Benedetto Fonti suo fratello, Arcivescovo di Cosenza, per ivi riscuotere alcune ricche pensioni, che teneva de i beni Ecclesiastici in San Lorenzo in campo; le quali con l’Arcivescovato conferite gli furono da Martino Quarto Sommo Pontefice, ad instanza del sudetto Carlo Re di Sicilia. Et essendo Attiglio Cavagliero nobile non meno di sangue, che bello, e generoso di animo, potè affettionarsi Nero Piccino, il qual compiacquesi eleggerlo per suo Genero, e possessore di tutti gli suoi beni, dandoli in Consorte l’unica sua figliola Cecilia: e questo in corrispondenza di tanti segnalati favori, Cittadino fattosi di Corinalto, volle habitarvi per sempre. Il seguente Anno poi nascendogli un figlio, di commune consenso Pier Benedetto chiamollo, dal nome dell’Arcivescovo di lui fratello. Seguitò questo Illustre Cavagliere la fattione Guelfa, e prese l’armi più volte contro i Gibellini à difesa dell’auttorità Pontificia, e quelli debellati, assai fiate anche ne restò vittorioso. Morendo lasciò in uno de’ beni suoi, e del valore Pier Benedetto suo diletto figlio herede: & si
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