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Libro Secondo. 175

fù loro donata la Contrada, e trà essi distribuiti i campi; vedendosi di fabriche Romane, più che d’ogni altra natione, in quel recinto, le memorande ruine.

Questi pareri non isprezzo mica, fondati essendo sopra qualche specie di verità apparente, principalmente la prima, per la ragione addotta da gli Autori di essa: onde io à quella facilmente m’appoggerei, quando certo non fossi, essere da’ Giganti Suasa, insieme con Ostra (come dicemmo) edificata, dopò che in Babelle confusi, andarono per lo Mondo vaganti; i quali giunti à questi lidi, giudicarono la Contrada, come delitiosa, e ferace, de i loro disutili corpi essere sofficiente pascolo: Onde, ivi senza dimora le habitationi fermarono. Della cui veritade i cadaveri loro (come accennavamo di sopra) dentro i campi Averardi, Ostriani, e Cirvignanesi, non che apparenza, fermezza chiara ne danno: Mà dopo alcuni secoli, gionti quivi gli Egitij, estinsero questa sordida gente, e questa mal’ordinata Città pigliarono, la quale dall’immonditie ispurgando, à miglior forma di vivere ridussero, parimente ornandola di molti edificij, all’usanza Libica, e col nome di una Città dell’Egitto la chiamarono Suasa: & essendo poi nell’Ispagne mancato Hercole Duce loro, fù ad honor suo, da quei Cittadini edificato un Tempio, il quale à segni, (come dicemmo) credesi, ch’egli fosse, dove al presente la Chiesa di S. Giovanni si mira. Et questo essere accaduto, come io scrivo, oltre all’autorità di Beroso Caldeo sopra citato, molti segni di tal sito di Suasa raccolgonsi, che lo dimostrano; principalmente più che le figure di rane, e d’altri animali informi, una di bronzo Corinto chiaro l’addita, la quale di presente in mano del Capitan Pier Leone Amati ritrovasi, tanto insolita, e stravagante, che per la sua deformità si rappresenta mostruosa non meno che la chimera di Bellerofonte, havendo essa due gran poppe di capra coscie, e gambe ad un busto di huomo congiunte, con il petto, el tergo di Leone, sopra di cui due grosse corna di Toro in vece di capo molto s’inalzano; e perche trà le due poppe dal busto pender si vede un smisurato membro di huomo per honestà tralascio di linearla in carta. Questa indubitatamente è una delle statue abominevoli delle sozzure Egittie, sendo quegli huomini à demenza tale venuti, che à tutto ciò Divini honori porgevano, che nella mente lor faceva Deitade fantastica apparenza, come Diodoro Sicolo racconta nel secondo Libro dell’antiche Historie favolose; Clemente nel quinto della Rel. Herodoto, ed altri, che della ridicolosa Egitia Religione scrissero: Anzi l’istesso Diodoro soggiunse, che fino al membro virile sacrificavano; e questo perche nel detto rappresentavasi quello d’Osiride, come attesta Eusebio nel secondo libro della preparat. Evangelica; e rappresentando similmente al vivo questa figura, il detto membro, da Suasani entro à qualche