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168 Dell'Historie de' Galli Senoni.



Al solito stendendosi con la giunta delle mancanti lettere, l’istesso è che segue.

Lucio Octavio Luci filio Camilla.
Rufo Tribuno militum legionis quartæ.
Scythicæ. Præfecto fabrorum bis:
Duomviro quinquennali ex
SenatusConsulto,& diebus decurionibus.Auguri
Ex Decreto Decurionum creato.
Qui lavationem gratuitam præbuit Municipibus.

L’argomento di cui si è, che Lutio Rufo primogenito di Lutio della gente Ottavia, e della Tribù Camilla, fù non solo per habitatione, e nascita di Suasa honoratissimo Cittadino: mà parimente per privilegio Romano, il quale ne i Comitij, quando i Magistrati creavansi, dava nella sua Tribù i suffragij. Et essendo valoroso, e meritevole molto, fù Tribuno della quarta Legione creato, chiamata Scitica, la quale fù la medesima, che nella Soria, per guardia dei confini Romani, elesse nelle parti Orientali Augusto, in cui molto confidando Claudio, dal luogo sudetto rimovendola, nella Germania superiore condussela, come racconta Honofrio Panvinio nel libro dell’Imperio Romano. Oltre questa dignità, (che in quei tempi era molto grande stimata) fù anche due volte assunto alla Prefettura de gli artefici delle militie Romane, carica di molta stima, e gran commando. Finalmente, dopò molte fatiche, della guerra tornato, per alla sua Patria Suasa riposarsi, fù da quei Cittadini, per Console di quel Magistrato eletto, à questa carica due soli assumendosi, con autorità plenaria sopra del Popolo: e se bene per l’ordinario, solo un’Anno, in questo officio gli eletti Consoli duravano; quando però egreggiamente in quell’Anno si fossero diportati, con l’autorità del Senato Romano, per altri quattro futuri Anni vi si confirmavan talhora, come à Lutio Rufo accadde. Parendo poi à gli Suasani di non haver à bastanza i meriti suoi, con farlo per cinque Anni Prencipe della loro Città, honorato; vollero anco eleggerlo Auguro, secondo la Domitiana legge, cioè, col voto popolare; la qual dignità, perche da Gentili era stimata Divina, sopra ogni altra nella Repubblica, per questo à i più degni si conferiva; Onde gli Auguri, appresso de i medesimi, nell’officio loro eran fino à la morte perseveranti, vestendo sempre di porpora, precedendo à’ Sacerdoti; potendo quelli essere dalla Sacerdotale dignità, per qualche delitto grave deposti; la qual cosa non potevasi esseguire contro gli Auguri. Vedendosi questo degno Heroe,