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Libro Secondo. 155

tempo di Honorio) non leggesi che fosse questa regione da nemici potenti, fuor che dal detto, molestata, senza errore (per aviso mio) si con Suasa, e Sena, dai Discepoli de gli Apostoli ricevette la fede (come della Religione del Suasano Territorio favellando si farà noto,) e credesi, che di questi Cittadini, molti nelle generali persecutioni, che da Tiranni soffrì la primitiva Chiesa, in testimonianza della verità Evangelica, e dell'acque perenni del santo Battesimo, pigliassero il Martirio; & in conformità di Christo agnello immacolato, se stessi col proprio sangue volontariamente lavassero, per riceverne da lui le corone eterne, E che di essi parlassero le scritture, che il mal nato Bifolco (come si disse) allhor gittò nel fiume.

Dalle ruine di Ostra, i fuggitivi, sopra del Monte, che verso l'Occaso l'ombreggiava) ritirandosi, la riedificarono (benche di habitatori, e di sito rimanesse inferiore, sendo quelli sopra la metà del conflitto mancati.) Dal luogo in cui li fondamenti nuovi gittarono, vollero che Montenovo si chiamasse, il qual ritenendo molto delle primiere grandezze i vestigij, è stato sempre di numerosa nobiltà ripieno. Quindi, se ben contro esso il Cardinale Carilla sdegnato lo distrusse; non potè per questo la generosità de gli habitatori avanzati, con le ruine opprimere; risorgendo eglino vigorosi, & all'attioni magnanime, con più fervore disposti: Onde alla riedificatione della Patria rivolsero i pensieri; & in breve à quella perfettione tiraronla, in cui di presente si vede: non cedendo di bellezza, & di magistero ad altri suoi pari, per esser di grosse, & di alte mura vallato, con quindeci propugnacoli, e tre porte. Al di dentro poi, non meno da belle, & da dritte strade, con vago ordine di Architettura divisa, che le strade istesse, da Case magnifiche spalleggiate. Et alla perfettione dell'aria, & alla fecondità del Territorio corrispondendo la qualità de gli habitanti, riescono molto alla virtù inclinati; onde infiniti nell'armi, e nelle lettere fanno meravigliosi progressi, essendo nelle guerre non meno à carichi supremi di commanpo portati; che nella Romana Corte di Prelature, e d'altri degni officij resi molto ollustri; i quali (per non tediare con la longhezza chi legge) lascio di numerare. Ne altro di Ostra, e di Montenovo in questo picciolo racconto potendo scrivere, quì con le ruine di quella, e con gli avanzi di questo, suggello il tutto.

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