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Libro Secondo. | 147 |
non mente Procopio, Leandro, e' l Biondo. La quarta finalmente, sopra le rive del Cesano, il piano, & il Colle occupando, là dove hoggi di San Vito scorgesi il Castello, non meno di popolo numeroso, che di superbi edificij gloriavasi, se le ruine loro il vero additano, che sotto il terreno con gli acquedotti, e con Tombe meravigliose da ogni uno si vedono.
Benche da Libri, ò da gli scritti sassi non habbia potuto di questa Città raccorre il nome; tutta volta, dalla luce, che Tolomeo n'addita io son venuto in cognitione verace, che quì fondata la Città di Iufico ne fosse, e queste siano di essa le reliquie vere, trovandosi giusto il sopradetto sito sotto l'altezza medesima del Polo, nel qual Tolomeo locolla, e quasi à punto nell'istesso luogo; ben che egli di linear il fiume poi si scordasse, come fè del Metauro, assai di questo maggior, e più famoso. Per non haver havuto i Cosmografi (che sopra la Geografia di Tolomeo hanno scritto) notizia di queste ruine, caminando à tentoni, che ove hoggi è Sassoferrato, locato fosse pensarono; quindi nelle Tavole pongono Sassoferrato per Iufico; e pur come dicemmo ) presso à Sasso ferrato di Sentino veggonsi le vestigij. Si come il luogo di Iufico era ignoto, cosi parimente da chi fosse distrutto non hò trovato notitia; benche io sicuro tenga, che con Suasa, ed Ostra dal superbo Alarico ricevesse il crollo, tutte in una vicinanza essendo. E credibil anche che li Cittadini si ritirassero ad habitare; sopra di cui, poscia dalle ruine di essa edificassero Terre, e Castella; principalmente la Rocca Contrada, che hoggi à tal grado di nobiltà è salita, che in numero di popolo, di civili habitatori, & di grandezza di Territorio (contenendosi in esso sette nobili Castella, senza i grossi villaggi) alle Città più mediocri camina al pari. E più vicino al ruinato sito, sopra del Monte secco il Castello di questo nome anco erigessero; il quale benche picciolo vedasi, nell'animo però de gli suoi habitatori assai grande riesce; generando dalle sue viscere huomini insigni. Et in quell'altro Monte, che verso l'Occaso la medesima Città ombreggiava, vi edificassero il Castello inespugnabile di Monte vecchio; à cui gli honori, e' l nome diede la Casa Vecchi, mentre dal buon Ottone, del servitio prestatoli in premio ricevello con altre Castella di quella vicinanza insieme; singolarmente San Lorenzo in Campo, à riferir del Biondo nell'Italia illustrata: ove di Ugo Monte vecchi parlando, di questa Terra padrone lo chiama: Et supra Sanctus Laurentius Oppidum Ugone ornatum Domino Familiae Montis vetuli, qui vitam, & moribus dignitatem magis decorat, Abbatialem, quam ab ea decus accipiat.
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