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Libro Secondo. 133

tino Domenicano, l'Anno 1526. ed altri; cinquant'uno, de' quali s'hà memoria nel Catalogo de' Vescovi della detta Chiesa, da Greciano sudetto sino à Gio: Francesco Passionei, c'hoggi Nuncio per la Sede Apostolica trovasi nella Toscana; & i quali di numerare per gli rispetti altre volte accennati, tralascio.

E Cagli di gran nobiltà ripiena, e di alcune prima famiglie d'Italia. Quindi nei tempi andati, huomini vi furono, in ogni professione sublimi; non meno in dignità Ecclesiastiche, che in armi, & in lettere; come si hà ne i Libri loro notitia: Gordiano Calense fù per gli suoi meriti della Porpora Cardinalitia da Leone III. co'l titolo di Santa MARIA in Portico, decorato l'Anno di Christo 796. Paolo Calense fù parimente all'istessa dignità, per gli suoi meriti, da Urbano Secondo sublimato, l'Anno di nostra salute 887. Felice Tiranni, essere meritò alla dignitade Archiepiscopale assonto, nella Metropoli d'Urbino; e fù il primo, à cui tal'honore in quella Città si donasse. Ne i secoli primieri fiorì dentro à Roma Marco Vinicio da Cagli, huomo Consolare, come Tacito nel quinto de' suoi annali afferma. Scabrio allievo di Cesare Druso, Decurione della Settima Legione nella guerra di Germania, e di Asia guadagnossi di Condecurione la mural Corona; come in marmo si legge, collocato in Roma nella Vigna de' Velli. Bartolomeo Pelingotti Legista, per la fama della sua prudenza, fù più volte da Fiorentini per Podestà, sopra la Republica loro condotto. Sansone d'Oddo Mastini, Legista anch'egli fù longamente dalla medsima Republica provisionato; essendo in Valdarne General Commissario. E mille altri, che precorrendo il tempo, con il valore maturata pria la virtù, che gl'Anni, dal seme de' sudori mietendo glorie; con la intrepidezza dell'armi, con le prudenze politiche, e con le penne, immortali nelle Stampe hanno lasciato à posteri di loro stessi alle memorie; de' quali sapendo, che altri parlarono, io mi taccio: Nè più oltre di Cagli stenderò il discorso.

Qui della feconda, e nobil Città di Iesi trattar dovrei, ch'essendo posta di questa Regione infra i confini, fù da Senoni goduta: havendo essi à Toscani, (si come quelli à Pelasgi) levatola; da cui (per l'attestatione di Silio nell'ottavo de bello punico, & Gabino Leto nel Libro de condita Italia,) fù in quell'amenissimo sito edificata. Mà oltre quanto ne hà scritto Pietro Gritio; grossi Volumi n'hanno scritto, i quali pongonsi alla luce, non oso per riverenza, di oscurare co' miei brevi discorsi le chiarezze loro.

Si che