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Libro Secondo. 127

Nè da suoi Tolomei d'opre diverse
Cumulato Museo celebri Egitto
Né di tai libri in quest'etate, e tanti
Urbin si pregi, ò il Vatican si vanti.

Infiniti Libri, tutti manuscritti si conservano quivi, tanto in Latina, come in Greca, & in Hebraica lingua; i quali non pure invitano i letterati, per le curiose, & isquisite materie, che ivi si leggono; quanto per quei che sono desiderosi di vedere la loro inestimabil bellezza; si per esser miniati, e di pretiose figure adorni; come per la ricchezza, ed artificio della pretiosa legatura, vedendosi tutti di velluto cremiso, e di puro argento coperti, co i capitelli di seta, e d'oro; & à fin che non perdano la descritta bellezza, nelle sopracoperte di minor prezzo involti si vedono. Questi raccolti vennero, e fatti condurre da diverse parti con molta spesa, e fatica, dal sopranominato Duca Federico, e da Francesco Maria Primo della Rovere con altretanto discommodo si transportarono altrove, nel tempo delle guerre, per liberarli dal fuoco, e per metterli in sicuro; quali cessate, poi subito li fece nel medesimo luogo rimettere. Non volle Francesco Maria, ultimo Duca della Rovere, che questo pretioso thesoro passasse à gli suoi heredi, con gli altri: mà in memoria della sua Persona, e dell'isviscerato affetto, che à gli Urbinati portava, lasciolla per Testamento à i medesimi, con una pensione annua insieme, sofficiente à sostentar un Bibliothecario perpetuo: nel cui officio da quei Cittadini, che à pieno il favore conoscono, si deputa il più letterato, nobile, e virtuoso Gentil'huomo della Città loro. Al Palaggio Ducale sopra mentovato, ove la Libraria si conserva, stà il superbissimo Tempio dell'Arcivescovato congionto, come raccontasi del Palaggio de i Regi Hebrei, che stesse unito al Tempio di Dio nella Città Metropoli di Sion; e benche à quello non sia comparabile, tutta via per Tempio di Città ordinaria, da gli Architetti Italici commendato molto ne viene: sendo egli fabricato di grosse mura, e di pilastri fortissimi, i quali con la Crociera di tre nave, l'ampie volte sostentano; & una gran Tribuna, che in tutto à quella della Santa Casa di Loreto simigliasi. Alla grandezza, e beltà in tutto corrispondon l'entrate, con cui l'Arcivescovo, con il Capitolo delle quattro dignità adorno, e di molto nobili canonici aggrandito, che di pavonazzo, come i Vescovi portano le sopravesti, insieme co'l Clero numerosissimo, con incredibil decoro vi si sostentano, e solennemente l'officiano: come parimente nel numero delle Messe, che più di cento ogni mattina si celebrano. grand'autoritade il suo Arcivescovo essercita; perche non solo d'Urbino, e della sua Diocese giudica le cause nelle prime istanze, che al suo Tribunale s'aspettano: mà di otto altre Città, che nella sua Provincia sottoposte gli stanno; le quali si terminano ivi

(purche