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112 | Dell'Historie de' Galli Senoni. |
tioneperseverò, sin’all’Anno 812. In questo (à lei tempo fatale) venne all’improviso da un’armata maritima di Saracini sorpresa, di cui era Duca Sabba Capitano fiero nelle risolutioni non meno, che valoroso in armi; e da quei Barbari essendo (come ogni luogo di quella vicinanza) e saccheggiata, & arsa, gli avanzati Cittadini ritiraronsi ad habitare nelle Ville del Territorio; dove i campo loro coltivando, se’n goderono un tempo tranquillamente i saporiti frutti. Mà in Italia, trà Prencipi risorti nuovi litigij, per le continue scorrerie de’ Ladroni, che le sostanze loro con violenza toglievano, e delle case dopò haverle saccheggiate facevano stalle, spinti dalla necessitade, l’Anno di nostra Salute 900. fecero generoso pensiero di riedificare, in luogo più sicuro, & eminente la destrutta Patria; E parendo loro, che il colle, il quale sopra tutti gli altri di quel contorno s’inalza, (ove di Bodio Romano erano i campi antichi) fosse à loro disegni proportionevole sito, di mura lo cinsero; e dalle Ville vi trasportarono l’habitationi. Compita poi l’opera (che riuscì d’incredibil fortezza, e sopramodo vaga) l’habitarono da Bodio poscia Monte alboddo chiamandolo, come afferma Conte Gabutio, nelle Croniche di questa sua patria, che manuscritte in essa conservansi. Hor questa dal corso di tanti nobili habitatori fattasi molto Illustre, non scemò punto dell’essere suo primiero; quantunque Sinigaglia sua madre venisse (come dirassi) rifatta; anzi con essa la medesima Fortuna correndo, aumentossi d’ogni hora: onde vedesi hoggi recinta di fortissime mura, e di sontuosi edificij adorna, tramezata da spatiose, e distinte strade, ne men da Nobili, che da numeroso popolo habitata. E reggendosi con Leggi Municipali dal suo Magistrato, e con le Romane da un Podestà, che mandato dall’Apostolica Sede, (come gli altri luoghi assoluti alla medesima soggetti) vive nell’abbondanza de gli suoi fertili campi felicissima; glorianosi d’esser stata in ogni tempo di molti huomini Illustri producitrice. Hebbe Sinigaglia anco nelle disgratie qualche fortuna, peròche quantunque fosse nelle ruine sepolta, e gli suoi Cittadini altrove portato havessero le loro unione, non perdè mai l’antico nome suo, ne meno lo splendor di Città, risedendovi per lo più con i Canonici, e con il Clero, i Vescovi; & à i tempi dovuti, à beneficio de’ Fedeli non mancarono mai d’essercitarvi le ordinarie funtioni: Et acciò che i medesimi non isdegnassero in luogo abbandonato la loro habitatione tenere; Gregorio Nono Sommo Pontefice à Giacomo fè donatione di essa: che in quel tempo era di lei patrone l’Anno di Christo 1232. il qual’essendo huomo generoso, e di svegliati pensieri, con somma industria procurò daogni parte di quei lidi huomini alle pescagioni instrutti, à cui per trattenerli diede commodità di case non solo, mà dà
barche.