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Libro Secondo. 97

Pontefice procurò l’investitura di essa, e benignamente l’ottenne. Dunque trovandosi questo generoso Prencipe, di sì nobil Dominio legitimo Possessore, tutti gli suoi pensieri applicò, sì dentro, come fuori al beneficio publico; in modo che Pesaro chiamossi, con meritati encomi Giardino d’Italia. Mancato poi, con doglia infinita de’ sudditi l’Anno 1473. à lui successe Costanzo suo generoso figlio, che spinto dall’attioni paterne, il secondo Anno del suo Governo, diede à quel superbissimo Castello principio, che al lato giace della Città, frà l’Oriente, e Borea, sopra l’Adriatiche onde, il qual desiderando egli che facesse al tempo scorno, nel gettare à gli suoi fondamenti le prime pietre, osservò del Cielo i moti e de’ Pianeti gli benigni aspetti: Onde (se il vero Francesco Giuntino, e Luca Gaurico riferiscono, che l’Astrologica figura ne formarono) volle che il Leone Celeste, ove raccoglie il Regolo, Oroscopasse; che à punto correva l’Anno 1474. lì 2. di Giugno ad hore 21. e min. 17. dopò il mezo giorno: e facendo sopra questo punto discorso il citato Gaurico, ne parla così: Castellum Pisauri inexpugnabile, factum fuit, & munitum ab Illustrissimo, & doctissimo Ioanne Sfortiade; & post eius interitum, iure optimo, sub Dominio Ducis Urbini, & filiorum, atque nepotum fuit. Dopò la morte di questo Prencipe, che fù l’Anno 1483. non havendo lasciati legitimi successori, prese la Signoria Giovanni suo figliuolo naturale; da cui l’Anno 1500. sotto debil protestone fù da Alessandro Papa Sesto privato, & à Cesare Borgia conferita. Mà questo havendola trè Anni solamente goduta, per forza cacciato, à Giovanni sudetto fù restituita; ove in pace il rimanente della sua vita regnovvi, à cui pose glorioso termine l’Anno 1510. E restandoli solo un figliuol bambino di cinque mesi, chiamato Costanzo, raccomandollo, col Prencipato à Galeazzo fratello suo naturale, il quale fedelmente portossi; tanto nel governo de’ popoli, come nell’education del Bambino, amandolo più che figlio: mà questo mancando l’Anno 1512. Galeazzo fù dalla Signoria, dal Sommo Pontefice Giulio Secondo levato; il quale da Pesaro partendo, fù per lungo tratto, da tutto il popolo Pesarese, con amare lagrime accompagnato; non potendosi consolar per la perdita di sì pietoso, e giustissimo Prencipe, con estinguersi sopra di questa Città la tanto bramata Signoria de gli Sforzeschi, i quali con rettitudine incredibile, per lo corso di tant’Anni governata l’havevano. Per la partita di Galeazzo da Pesaro, questa Città ritornò alla Chiesa, sotto cui solamente sei mesi fermossi, rivestendone il sudetto Pontefice l’istesso Anno 1512. Francesco Maria figlio di Giovanni della Rovere, che fù di Sisto Quarto nipote, con tutti gli suoi discendenti nella linea mascolina, in perpetuo, con patto che ogni Anno alla Camera Apostolica pagasse una tazza d’argento d’una libra. Benche questo Prencipe,

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