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94 Dell'Historie de' Galli Senoni.

Riposò molti Anni questa nuova Città sotto il Dominio Greco, da gli Essarchi retta, che’l seggio in Ravenna tenevano; Indi fù connumerata frà le Pentapoli di questa Regione: Mà l’Anno 726. per la disubidienza d’Isaurico al Sommo Pontefice Gregorio Secondo, questa Città come Cattolica, i lacci delle fulminate censure abhorrendo, da quel Dominio levossi, & in libertà si ripose: mà non potendo con le proprie forze da gli empiti de gli mostruosi Tiranni mantenersi; ella con l’altre Pentapoli, l’Anno seguente, da Luitprando Rè de’ Longobardi occupata venne; dalle cui mani, da gli Essarchi ricuperata, rimase à quelli con giusta ragione soggetta. Mà d’Aistolfo poi cacciato Eustachio, per se medesima in poter de’ Longobardi tornossi, à quali (dopò tre Anni) da Pipino Rè di Francia, con l’altre Pentapoli fù ritolta, & alla Chiesa resa, sotto il Ponteficato di Stefano: alqual con tanto ardore di spirito ubbidiro quei Cittadini, che non solo fecero testa, con incredibil coraggio, à i fieri assalti di Desiderio successore d’Aistulfo, l’Anno 772. Mà l’Anno seguente, contro di lui, dinari, e genti alla difesa mandarono d’Adriano Pontefice, che con questo Re fraudolente, haveva infiniti litigi. Perseveraro con la solita obedienza in questa divotione i Pesaresi, sin’all’Anno 1106. nel qual tempo volendo haver la sopraintendenza d’Italia Enrico Quarto Imperatore Tedesco, eglino in libertà si riposero; da Magistrati, con le proprie Leggi corretta. Bramoso Rugiero Viscardo di questa Repubblica impadronirsi, l’Anno 1137. cercò di occuparla: Mà da Lottario Secondo Imperatore francamente difesa, riusciron di quegli i disegni vani, & acciò che la sua partita non fosse dal medesimo nuovamente invasa, caldamente ad Innocentio Secondo, all’hora di Roma Pontefice, raccomandolla. Tre Anni essendo à pena scorsi, dopò che da Rugiero liberossi; i Cittadini contro Fanesi, per cagione de’ confini sdegnati; co i Ravennati, e con i Sinigagliesi collegandosi, la Città loro assediarono in guisa, che quando stata non fosse dall’armata Navale de’ Venetiani, che all’improviso comparve in quei lidi, soccorsa, infallibilmente ne divenivan padroni, come ne scrisse Pietro Marcelli, nella Vita de i Veneti Duci. Al tempo, che Federico Barbarossa perseguitava la Chiesa, questa mai sempre, all’empio Tiranno s’oppose, tenendolo coraggiosamente dalle sue mura lontano: per lo che acquistossi unitamente il nome di Guelfa, e di principal Propugnacolo, & Antemurale della Cattolica Fede. Et perche tale nell’avvenire si tenesse, fù da Innocenzo Terzo, e dal buon’Ottone Imperatore, l’Anno di nostra Salute 1210. data in governo ad Aldobrandino da Este, singolar difensore della santissima Sede; à cui nel governo, Azio Quinto successe, figlio di Azio Quarto Marchese di Ancona, l’Anno 1216. la quale se ben dall’anatema Federico Secondo Imperatore scacciato ne

fosse