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Libro Secondo. 91

fondate, quelle dal suo Nome, ò Cognome appellando, in tal tenore scrivendone; in Italia decem Annis apud illos pacificè regnavit, multaque illis Oppida à suo nomine, & à suo cognomine Musarna, sicut Gedrosiae, & Carmaniae fundavit, & locis aquis impedita, habitationi hominum commoda fecit. Da onde s’inferisce, che trà i molti luoghi, in questa Regione edificati da Hercole, uno fosse Rimino, & che poi dalla vista di sì amene pianure invitato, in questo luogo edificasse Pesaro, à cui donasse col fiume della sua Madre il nome: per lo che nei secoli primieri fù detto Isauro; se bene dal P, che nel principio della dittione aggionse il volgo, poscia da Latini Pisaurum fù nomato; E da più moderni corrotta anche la Dittione Latina Pesaro communemente nell’Italia si noma. Da questo breve discorso, chi legge può raccogliere, gareggiar Pesaro d’antichità con qualsivoglia più antico luogo d’Europa; havendo egli dentro à quel terreno gli suoi stabilimenti havuti, circa l’Anno dall’acque del Diluvio 591. che fu avanti l’edificatione di Roma 963. e prima del parto della Vergine 1720. Fù questa Città gran tempo da gli suoi fondatori Egitij posseduta; mà poi da Piceni cacciati, credesi, che da medesimi sino alla venuta de i Pelasgi habitata fosse, da cui tiensi di certo per l’attestationi, che fanno le materie antiche, passasse in man de gli Umbri, & che da quelli, con le duecento, e novantanuove Città venisse in poter de’ Toscani, i quali più d’ogn’altro nobilitaronla, per la fede, che n’apportarono i pretiosi rottami, che sotto il terreno frà quel recinto giornalmente si scuoprono. Sconfitti poscia questi da i Celti, con la Contrada insieme, sotto il Dominio transitò de’ Senoni: Onde più di trecent’Anni senza popoli rimanendo, per le folte piante silvestri, allignanti frà quelle gloriose rovine imboscossi. Da cui parimente i Senoni cacciati, fù per l’industria de’ generosi Romani sviluppata, e con maggior bellezza edificata di nuovo. Crescendo poi nelle Provincie Galliche il Romano Impero, da’ Pretori à nome di quella Republica (à riferir del Segonio) governata venne: & accioche dalla parte di questi mari divenisse maestosa, nel più bel mezzo di essa v’indrizzaron la Via Flaminia, & appresso à quei Magnanimi Prencipi, per la fertilità del terreno in riputatione crescendo, fù dai medesimi in forma di Colonia, in diversi tempi dedotta; E la prima volta, che questo (al favellar di Livio, nel nono Libro della quarta Deca; e di Vellio nel primo) successe, l’Anno di Roma 566. per ordine di Claudio Pulcro, & di Portio Licinio Consoli, nella divisione del Territorio, à ciascheduna famiglia, Iugeri sei di terra si concessero; E toccato essendo à gli Accij quel Monte, che dalla parte dell’Occaso la Cittade ombreggia, da quelli sortendo il nome, Accio sempre nomossi, per fino all’Anno del Signore 1469. Sopra il cui dorso, havendo in quei giorni Alessandro Sforza, in honor

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