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Libro Secondo. 85

l'Anno della nostra salute 408. E se ben'egli dal disastro non sentì lungamente nel sepolcro delle sue rovine; dopò la morte di Alarico riedificato da quei pochi Cittadini essendo, che dal conflitto con la fuga scamparono; sentillo però nella propria diminutione un tempo, non essendo stato rilevato in quella grandezza, e nobiltà primiera. Odoacre Re de gli Heruli, mosso dall'esempio di Alarico, anch'egli desideroso impadronirsi d'Italia, passò i Monti, e con infinito numero di Barbari entrò nell'ampla, e delitiosa pianura di Lombardia, ove incontrandosi con le Romane legioni, da Oreste, padre di Augustolo Imperatore guidate, nella giornata che si fece in Pavia le ruppe, e tagliò à pezzi, ne trovando altro impedimento gli fù assai facile di tosto di quella Provincia, ed'ogni altra in Italia impadronirsi. E venendo alla volta di Roma, senza contrasto prese Rimino, il qual non volle, che dall'esercito suo ponto molestato fosse: mà co' gli suoi habitatori generoso Prencipe mostrandosi, nella sua libertà lasciollo: contento di sol'essere da quei Cittadini come supremo Signore tenuto. I medesimi atti di benignità usò con ogni altro luogo, che non ardì farli resistenza, & à gli suoi progressi opporsi, sino con l'istessa Roma. Onde avvenne, che durando l'Imperio in Italia de gli Heruli, questa Città visse gioconda, e molto sotto questo pacifico Dominio accrebbe in numero d'habitatori, di fabriche sontuose, e di ricchezze. Invidiando Zenone Imperatore dell'Oriente la felicità di Odoacre in Italia, essendosene quello senz'autorità sua impadronito, & di essa intitolato Rege, l'Anno del Signore 491. mandò contro lui Theodorico di Vindimere, con Essercito numerosissimo de' Goti; à finche da questa Region lo cacciasse, ed egli ne rimanesse in sua vece legitimo Possessore: il che secondo gli ordini Imperiali esseguito Rimino, dopò haver sofferto un duro, ed aspro assedio, più resistere non potendo, volontariamente al detto Theodorico si rese, con patto, che solo all'obedienza di lui soggetto restasse.

Quindi avvenne, che per sua non ordinaria sorte, sopra di essa non tenne il Dominio alcun Prencipe particolare di quella Gotica Natione, il che fù stimato segnalato favore, non ad altro luogo di quel paese compartito, secondo che riferiscono gli Scrittori, singolarmente il Bugati nel secondo Libro delle sue Historie. Compiacendosi Theodorico essere per supremo Prencipe da i Riminesi conosciuto, in libertà lasciolli, come fatto haveva Odoacre: Onde con gran quiete vivevano governandosi à loro modo, con le proprie Leggi: cosi riferisce Gio:Magno, e Bernardo Giustiniano nell'origine di Venetia, & altri veridici Scrittori.

Theodorico mancato à i popoli d'Italia, da Gothi fù molto à Cittadini d'Arimini la sudetta libertate astretta, in modo, che non potendo più sopportare la Tirannide di Vitige Re loro, si dichiararono,

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