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Libro Secondo. | 81 |
Italia per distruggere de i medesimi Romani l'Imperio; per facilitarsi l'impresa, grande studio pose d'impossessarsene, mà inteso poscia, ch'ella di molte legioni de' Soldati guardata era (come racconta Livio nel quinto Libro della 3 Deca, e Polibio nel terzo delle sue Historie) temè d'accostarvisi, & altrove col suo numeroso Essercito ritorse i passi. E se bene il detto Annibale, dopò la rotta, che diede à Romani à Canne, tirò all'obedienza sua quasi tutta l'Italia; non potè però già mai impadronirsi di Rimino: Anzi quei Cittadini, come pietosi figli di quella giustissima Republica, raccolsero non men dalla nobiltà, che dalla plebe un'Essercito di 20. milla combattenti, col danaro del publico stipendiati, e tosto alla difesa di Roma l'inviavano, offrendosi anco di volerle dare altri aiuti maggiori, quando il Senato ne facesse instanza. Onde liberatasi Roma dal pericolo, molto i Romani celebrarono de' Riminesi la fede, confessandosi perciò loro obligati molto. Il simile (non gran tempo dopò) avvenne all'istessa Roma, la qual'essendo ridotta dal nemico medesimo in maggior pericolo, fù da Riminesi di nuovo, con dieci milla combattenti soccorsa, col qual'aiuto i Romani valorosamente pugnando, ne riportarono gloriosa vittoria; per la quale assicuraronsi nell'Imperio, (se fede prestar si deve à Silio Italico, & altri Scrittori di simil classe, che lo raccontano.) Riconosciuta la salvezza di Roma dalla fede, & valore de' Riminesi, fù loro dal Senato infiniti Privilegij conferiti, e specialmente quel tanto ambito da ogni popolo d'Italia, di esser connumerati frà gli altri Cittadini Romani, e de' Romani poter'i beni hereditare; il che per à dietro à niun'altra gente fù mai concesso, come nota Cicerone pro Cicinna in queste seguenti parole:
Silla ipse tulit de Civitate, ut non sustulerit horum nexa, atque hæreditates. Iubet enim eodem iure esse, quo fuerint Ariminenses, quos quis ignorat duodecim Coloniarum fuisse; atq; non à populo Romano, ut in vulgatis codicibus, sed à Civibus Romanis, ut in antiquis manuscriptis, hæreditates capere potuissent.
Non si mostrarono i Riminesi, à si sublimi favori ingrati, al tempo della guerra sociale, soccorrendo con i medesimi aiuti i Romani Esserciti; onde poi celebrati della ricevuta vittoria i Trionfi, Rimino fù da i medesimi, trà le Colonie fedeli connumerato, & gli suoi Cittadini, (come riferisce Appiano Aless.) confermati nella Cittadinanza Romana. Anco nelle guerre, che Silla mosse alla istessa Republica, conservossi al Senato in fede; come parimente à Consoli, e per quelli si tenne un tempo mà traditi poscia i Difensori, dalla mentita fede di Albinovano, il quale congiurato con Silla in secreto, mostrò con mentite parole essere dalla parte de i Coasoli: Onde nella Città entrato amichevolmente con molti
armati