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Libro Secondo. 79

l'armata, che tenea in Rimino tosto vi navigò per pigliarne il possesso; dove già divenuto, in breve morì; de gli suoi heroici fatti, e delle memorande imprese, lasciando immortal memoria: Per lo che da quegli Antichi gli furono eretti Tempij, consacrati Altari, e come Dio riverito, & adorato. Vissero da gli suoi natali, sino all'Anno 827. del Diluvio, in gran felicitade i Cittadini di Rimino; nel qual tempo, essendo eglino, per la bellezza, e grassezza de i campi loro, invidiati da' Toschi, venne, con Ravenna la Città loro travagliata non poco: Mà con l'aiuto de gli Umbri, alle rive del Tevere, frà la Sabina, e la Toscana soggiornanti, à cui ricorsero, da i travagli presto si liberarono. Et acciò che per l'avvenire non tornassero più quelli à danneggiarli, gran moltitudine di Umbri, per custodia delle lor mura accolsero. Dalche i medesimi, per l'accrescimento del popolo, astretti furono ad accrescer in breve alla Città, quattro Borghi, i quali, più che in parte, sino à questo giorno conservansi. Quindi alcuni mal'accorti Scrittori, presero l'equivoco, affermando, che da gli Umbri fosse Rimino edificato. Dal possesso di queste due ricche, e populose Città, divennero in tal guisa potenti gli Umbri, che molti popoli dalla Contrada, cacciati (qual fù poi de' Senoni) e della feconda valle, che hoggi si dice Ducato di Spoleto; di tutto questo grande spatio di terreno, divennero assoluti padroni, come riferisce Strabone, Catone, Petrocle, ed altri, che in più antichi codici lasciarono impresse le memorande attioni di quei primieri tempi. Quantunque i Regi di questi popoli, nella Metropoli Inginia risedessero per l'evidenza, che ne danno i Mausolei, i Teatri, e le Tavole di bronzo, che in quelli si trovarono scritte, ne i medesimi caratteri, che tal natione, in quei più vecchi secoli poneva in uso tuttavolta (come si raccoglie da i sopradetti Autori) Rimino, venne da essi favorito molto, habitandovi i principali del Regno, non men per la salubrità dell'aria, e per le spiaggie delitiose, che per i traffichi maritimi, e per le commodità di mercantare con le Nationi straniere. Per tutto il lungo spatio di tempo, che questa Città fù posseduta da gli Umbri, non si hà che venesse mai da verun molestata; mà ben sì che gli suoi Cittadini vivessero in somma felicità, e pace, godendosi l'abbondanza de i saporiti frutti, & il commercio civile, non tanto de gli Compatriotti, quanto de' forastieri amici, soggiornantivi per l'occasione de' traffichi. A là divenuti poscia numerosi, e potenti i Toscani à gli Umbri crudelissime guerre mossero in più luoghi; & à questi prevalendo quelli, di trecento luoghi murati s'impadroniron'à forza; e gli avanzati dal Toscano furore, abbandonaro con la fuga, non che le proprie case, anco il paese, come ne scrisse Livio nel quinto Libro della Seconda Deca, Plinio nel terzo al Capitolo desimoquarto. Marsilio Lesbio dell'origine d'Italia, ed altri, che lascio per brevità di nomare. In queste rovine fu Rimino

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