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78 | Dell'Historie de' Galli Senoni. |
fù di Mezraim figliuolo, e di Noè nipote, datali dall'empio Tifeo, per farsi egli padrone del Regno di Egitto, pietosamente sdegnato, risolse farne quella rigorosa vendetta, che chiedeva un si enorme eccesso. Laonde tosto da' Geti con Ilea sua moglia partito, entrò in Egitto, dove di sua mano scannò il micidiale Tifeo, co' gli suoi principali seguaci. E parendoli di non haver sodisfatto bastevolmente alla vendicativa giustitia, se anco à tutti i Congiurati non toglieva la vita; navigò in Fenicia, ove con l'ingiusto Bosiride incontrandosi, ben degnamente l'uccise, come nella Licia Tifeo il giovine, e nelle spiaggie di Creta il Ladrone Milino, levando à questo dal busto infame il superbo teschio. Nella Libia da Creta navigando, ritrovò Anteo, e dalla sua Madre terra spiccandolo, in mezo all'aria li fece essalar lo spirito. Indi trasferitosi à Cadice, combattè à corpo à corpo co i trè Gerioni, che ivi con fraterno amore concordevomente regnavano; & essendo gli sventurati dal medesimo estinti, donò ad Hispalo suo generoso figlio tutti li Regni Hispani: di dove poscia, con la sua Madre Iside, sopra di grossa armata, verso Italia indrizzò il camino, per cacciare da i paesi Veneti i Listrigoni; havendo anch'eglino cooperato nella paterna morte: & havendoli nella giornata rotti, con la morte del superbo Ligurgo loro Duce, da si perfidi habitatori liberò quei paesi. Celebrato della gloriosa vittoria solenne il Trionfo, per non lasciar vuoti così ameni campi, alcune Colonie dedussevi. E costeggiando con l'armata medesima gli Adriatici lidi, approdò verso l'Ostro, dove hoggi situata si trova la bella, e nobile Città di Rimino: Ivi da lui ben meditato il vago sito, l'amenità de' campi, e la clemenza del Cielo, impose tosto ch'ivi si dasse à nova Città principio, quella volendo, che dal suo vessimento di Leone, Arimini si chiamasse; tanto ne scrisse il Cerro nella Satira 80. dicendo: At verò Arimini nomine, causa ex etymo, & origine elicitur: Ariminin enim Syriace est Leonis comitatus. Herculem vero, quod Leonino exuvio, (ut inquit Plutarcus,) insterneretur, Leonem dictum, huc Coloniam deduxisse.
E Catone sopra accennato, nell'origine delle Cittadi, assai prima di Cerro quasi notò il medesimo con queste parole; Gallia Flaminia à Ravenna ad Ariminum, à comitibus Herculis conditum, à quo cognominatur. Questo (secondo i veri computi, che da Beroso Caldeo si raccolgono) successe l'Anno del Diluvio 591. & inanti al parto della Vergine M.D.CCXX. & avendo Hercole alle mura di questa nuova Cittade assicurato un porto, vi lasciò l'armata, e più à dentro in quelle vicine Regioni penetrando, molte Città vi eresse: à ciascheduna il suo nome, ò de gli suoi compagni lasciando. Inteso poi, dopò alcuni anni, che si fermò in Italia, & c'hebbe infiniti beneficij à i popoli di essa usati, come nelle Spagne mancato era Hispalo, l'Anno del Diluvio 639. con
l'armata