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76 e mart. s. Trofimena, temendo del pari che fusse dal Pria* cipe trafugato (per essere il luogo debole e quasi sproTÌsto di difesa ), immantinente yolarono coli col Vescovo Pietro, e su di una nave lo trasportano in AmaIÌS> ove lo collocarono nella maggiore chiesa sotto il titolò di s. Maria e s. Giovambattista ((^i s. Andrea) (i). Una tale precanuone adoprata servi onde viemmeglio se ne impossessasse il Beneventano Principe, poiché stando an* Cora uniti ed indivisi i due principati di Salerno e di Benevento, gravi discordie scoppiate infra gli Amalfitani (2), perturbarono la pace del proprio paese. Varie famiglie volontariamente emigrando da Amalfi in Salerno si posero sotto al giogo del principe Sicardo; il quale sdegnando oltremodo le parentele fatte tra Amalfitani e Napoletani, proccurò questi ultimi di adescare con bei modi, e co^ donativi, onde invitare i loro parenti ad abbandonare la loro patria e ritirarsi nella ubertosa Salerno. I suoi disegni non fallirono ^ anziché con tali mezzi ed astuzie giunse a privare Amalfi di molti cittadini e sottoporli al suo dominio, egli per vieppiù afforzare (1) Ànonym. Salcrn. cap. 64. Ughclli Ital. Sacr* (2) Le cronache Amalfitane non rilevano punto i motivi de’ disgusti— L’anonimo Salernitano cap. 64 neppur rimarcandone le cagioni, diversamente rapporta le dissensioni, che dice essere state tra AmaIGtani e Salernitani, dicendo a Circa haec tempora Amalphitanus populus Salernitm per vim transvectus est in hunc modum, sicut suhsequens sermo declarat. Facta est non minima dissentio inter utrumqae popòlum Amalphitanum, et Salernitanum. Itaque dum sui Regni guhernacula praefatus Frinceps moderatissime guhernaret, et primi civitatis, ejus Consilio, et fortitudine sumraa pollerent, quidam Amalphitanorum raajores nata, linquentcs natale solum, se hujus dominatui spoulc propria suhdidcre. Qui cum ab co percipcrent infinita bona ec»