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5? intrecciate insieme, viene cintOu da quattro picciole torrette dello stesso carattere, e va a terminare nella ci-* ma con cupola ^ tamburro o lanterna. U alti*abiliare Milizia avrebbe certamente addimandato di questa gran mole il cui Bono! (i) Dalla parte di settentrione leggesi in caratteri angioini il nome del suo fondatore Filippo Aùgustariccio patrizio ed arcivescovo d^ Amalfi. «jinno Dom, i2j6.’D, Philippus Augustarìccius Pretesul j et ciifis Amalphitanus hoc campanile, et magnani campanam Jieri Jecit.» Altra iscrizione rimaneva dalla parte della pubblica piazza oggidì corrosa dal tempo, del tenor seguente: «JEternae, faustaeque memoriae Philippi AugustariccU Archiepiscopi et patricii clarissimi Amalphis, qui turrim hanc praeclaram ad campanarum usum extruxit > grandiorù/ue aenea campana muni^it 9 ut semper viperei sonum perpetuum paravit. Stabit enim memoria cum so* ìiitu». Nel fianco sinistro della chiesa al di sotto dell’episcopio osservasi un antico cimitero detto comunemente Paradiso, fatto erigere dal prelodato Augustariccio per racchiudere in esso le ceneri de’ più cospicui cittadini, e tramandarne le gloriose memorie... Questo squallido e sagrosanto soggiorno, contornato da semplici colonnette binate^ è stato interamente abbandonato 9 negletto, deturpato: T attuale suo essere è oggigiorno assai più lugubre e doloroso della prima sua instituzio^ Protectorem prò viribus submÌDistravit, in ara Divi Aadrcae D.O.M, deTplus Preesul sacravi! s Dignitates et Canonici Metropolitanae Ecclcsiae benemercnlissimo, pio, atque venerando Antistiti (cui Nestoreos praecantur annos) hoc grati animi monumentum posuerunt: Ad. Dom. 1719. (1) Frane. Milizia. Diz^ion. delle arti del disegno. V. art. Campanile.