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4oo far stampare U rimario della Dwina Commedia di Dan^ te, ordinato ne’ suoi versi interi ^ co’ numeri segnali in ciaschedun terzetto. La nobilissima famiglia di Capua ebbe in possesso questa picciola Terra col titolo di Principato. Poco lontano da Conca incontrasi la Terra del Furore, cbe si vuole aver preso un tale nome dal fragore delle onde cbe nel piano della sottoposta vallata odon8Ì mugghiare allorcbè il mare infuria. La sua situazione è alpeslra, montuosa e quasi inaccessìbile dalla parte del mare. Il terrore e la solitudine delF angusta ed escura vallata, abbatte V animo del perspicace viandante in profonda malinconia. Dessa si torce in forme strane ed irregolari: vi serpeggia per lo mezzo un ruscello chiamato lo schiatroj cbe animando una fabbrica di carta ed un molino si perde nel mare. Gli abitanti di questo lu(^o ascendono nel numero di ^8o. Le loro case restano disperse in mezzo a vigneti ed oliveti. Vivono con lavorar di torno e con i prodotti cbe ritraggono daMoro terreni. I villici bau la cera serena ed allegra, come la purezza del clima cbe li circonda, disposti e pazienti al travaglio, e la sanità ne colora gradevolmente le guancie. — Sonvi tre chiese parrocchiali, la prima detta s. Elia, ove si osserva un superbo quadro ( a stile greco sul legno ) della B. Vergine con s. Elia e s. Bartolomeo, con T epoca del 1478» Il quadro della B. Vergine del Cannine, con l’epoca del 1602 è anche pregevole: in sulF entrata vedesi un urna cineraria fregiata di graziosi fogliami, senza bcrizione. Le akre due parrocchie sono quelle di s. Michele e s. Giacomo. In quest’ultima sonvi altre due picciole urne cinerarie molto deturpate e senza veruna leggenda. Poco sopra alla Terra del Furore trovasi immediatamente