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394 costiera da lasciarsi debolmente sopraffare e saccheggiare in buona pace senza veruna difesa! Ma non pertanto i decreti di una giustizia celeste più tardi si palesarono* Un Dio esercitò i suoi giudizj incomprensibili su dell^ empia popolazione, scuotendo contro di essa un anatema secreto, in vendetta delle colpe commesse contro tanti innocenti.. • • Evvi un monistero di Frati Minori Osservanti j ed una chiesa parrocchiale intitolata al Principe degli Apostoli di mediocre struttura. Nel muro sinistro dell’entrata sta sepolto Grcmdonetto Aulisio oriundo di Giva, colui che ebbe parte alla salvezza del principe Federico, secondogenito del re Ferdinando I d’Aragona, per quelche ora brevemente diremo. Il re Ferdinando in prosieguo della disfatta ricevuta nelle campagne di Sarno, ebbe invito da que’ superbi feudatari congiurati di portarsi personalmente nella terra di Basilicata per trattare la pace. Il re senza indugiare vi si condusse, seguitovi della regina Giovanna d’Aragona sua moglie, e dal duca di Calabria Alfon* so suo figliuolo, a di IO settembre i4B4- I trattati divennero vantaggiosissimi pei baroni. In tale concordia non v’intervenne il principe di Salerno Antonello SanSeverino, per cui il re ordinò agli stessi baroni di proccurare anche da costui la ratifica. Antonello ricusò di sottoscrivere le condizioni de’ capitoli, sotto pretesto di essere oscuri, e bisognevoli di maggiore spiega; laonde domandò che si fusse conferito il predetto Federico secondogenito del re per accomodarsi insieme, quando vi bisognava. Il re glielo mandò, e Federico fu ricevuto in Salerno coi segni entusiastici di gioia, di plausi e di stima. Si convoca il consesso de’ baroni nfX