Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/377

35i anche l’istoria, e sommamente ebbe a cuore Y illustrare le antiche memorie del nostro regno, come palese cel fanno le sue dottissime opere de praesentatione instrumentorum (i), che scrisse nell^età di quattro lustri,’ e de subfeudis et im^estìturis feudorum ec. che pose sotto gli auspicj del viceré in allora cardinal Pacecco — A lui pur dobbiamo alcuni frammenti di Erchempert, che furono di poi pubblicati da Camillo Pellegrino, nella storia de’ Principi Longobardi. Scrisse anche un opera intitolata: Additiones ad consuetudines NeapoUtanas, e più tardi un elaborato trattato: De JbrmuUs im^estitU" rarum, che per V immatura morte lasciò imperfetto. Marino tolse per moglie Livia Scattaretica, dama Salernitana, da cui ebbe sette figli • Per i suoi sublimi talenti nel i539 fu dalF imperatore Carlo V meritamente creato suo consigliere, avendo per qualche tempo occupata pur anche la carica di Vicepresidente. L^ esercizio ministeriale da lui gloriosamente sostenuto pel periodo di ao anni, totalmente cessò nel i56o, per aver egli imprudentemente propalati i voti de^ suoi colleghi in una causa di somma importanza (2). Il re Filippo II, sensibile al fallo commesso, trasse su di Marino V indignazione e la vendetta, perciocché esoneroUo della toga, della cattedra e degli onori. Tutti i mezzi adoperati presso quel sovrano onde reintegrarlo nelle cariche, furon vani: tut(1) Quest’opera £11 ampliata da Paolo Fusco di Ravello, vescovo di Saroo, che nel 1669 la fece stampare in Venezia in un voi. io 4* (2) La custodia del secreto che con religiosità e solenne giuramento doveano mantenere e prestare i magistrati, de silentìo tenendo et secreto seivando; trovasi coutcrmata colla Prammatica X, $. ^. de suspicionihus oflìcial. pubblicata u’ 3i. otlob. i5^.