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546 lasciandovi impresse le più orrìbili orme di vendetta e di desolazione. L^ abbate di Cbiaravalle Bernardo, contemporaneo a tale avvenimento resta sorpreso del modo con cui i Pisani abbiano potuto debellare luoghi cotanto invincibili, e doviziosi (i). Le stesse sciagure si sarebbero in certo modo appianate, se di tratto in tratto la peste della discordia suscitata tra tanti potenti patrizj, la scarsezza de’ viveri, la ristrettezza del territorio non bastevole alle ambiziose mire di taluni, il capriccio e le viste del guadagno, non avessero indotto gli stessi a volgere i passi in alcuni siti più fertili, spaziosi ed opportuni. Di fatti nel XIII e XIY secolo Napoli, Bari, Bitonto, Melfi, Trani, Brìndisi ec«vidersi abitate da nobili e plebei Ravellesi. Già innanzi vedemmo sotto al governo di Tancredi nel 1 190 Y ampio privilegio ottenuto da^ Napoletani suir esenzione deMazj e gabelle, ia dove i Ravellesi venivano espressamente inclusi (2); privilegio confirmato poi da Giovanna II nei 14^4 (3)* Ebbero eziandio in Napoli una propria strada detta rua Scahnsium et Rapellensiwn, in dove liberamente negoziavano, pagando però al sovrano il dritto di sol(O Dìtì Bernardi epist. 140 ad Lotariam ce Nonne hi sunt, qui etiam, quod pene incredibile dictu est, nno impetu suo expognaverunt Amalphiam, Rebetlum, Scalam, et Atturinam ( Atrani) civitates utiqae opiileatissimas, et munitissimas, omnibus qui ante hac tentaferunt, osque ad hunc temporia, ut ajunt inespognabiles s». (a) Vedi Parte II. pag. a8o. di queai’ opera. (3) Ex regist. Caroli I. part. 2. fase. gS. fol. 88.=;IoaDiia II. ec.Pa* tum in castro Aversae, de mandato reginali, cum constlii deliberatioiic, die Vili mai indit. II,-^ Aogclillus*