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542 vellese nel i lyg, sotto al re Guglielmo il buono, innalzò un si ricco e solenne monumento come lo addita r iscrizione seguente. Ahko millesimo centesimo septuagesimo nono, incarhacio lesv christo domino nostro, memento domine faxvlo tvo sergio mvsceptvlae, et vxori8 svae 81cl1gadae et filiis svis mavro et lohannes et filias sva anima qvo istà porta facere agit ad honorem dei et sanctae ma* riab virginis. Ci rincresce che V artefice non abbia postov il suo nome in un lavoro cosi magnifico! Chi sa di quanti al* tri insigni monumenti andava fregiata questa basilica dolorosamente ricostrutta? Elssa non presenta altro di rimarchevole, se non pochi buoni quadri, ed alcune lapidi sepolcrali del medio evo e de’ bassi tempi. Una di esse posta nella nave a man dritta non oflTre che un frammento lapidario del vescovo e patrizio Giovanni Bufolo (morto nel laog) cosi espressa: AVS, lOBANNES IN HOC RJBQVIESCIT RVFVLVS,..«• IXQIS*. O? AEQVIEX PRO QVO. TV In detta nave scorgesi parimenti altra lapide del vescovo e patrizio Leone Rogadeo (i) con tali versi: mm^^^^^a^^m^t m ’I m i i n i ■■ i n i^— hm^i n ■ i > t» (i) Trovali «juinto ycscoto nella serie, e mori nel I339.