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.3i4 ooD immenso mare, che lambendo di rincontro le clastiche spiagge di Pesto fino al promontorio di Llcosi si perde in uno spazio interminabile* K elevatezza àA sito, li silenzio della natura, la ridente verzura, e la varietà degli oggetti che da per ogni banda si presentano in questo non favoloso Olimpo, ridestano neiranimo il primo ^ìo,dell’uomo nell’innocenza, senza bisogni e senza passioni^ e nel tempo stesso si compianjge la trista sorte di.<x>loro che vanno ad avvolgersi tra lo strepito, tra le jpensogne, tra le irrequiete passioni, e tra F interna deiìd, cure cittadinesche. • •,..1^ coltura di questo suolo devdiuto al demanio è di mplto trascurata. Le greggi e gli armenti vi • sono in gran copia, ed abbonda di caccia ec* Percorrendo poi quesi^ gìog^j^. dalla parte di settentrione verso il monte (^i^reto e JUatt^rio in mézzo ad una scoscesa tircondata da rezzo, impenetrabile, apresi nel suolo una orribile.voragine di circa trenta palmi di largh. detta il Meguno ) che si profonda immensamente nelle viscere della terra* Avendo più volte osservato questo ^ventevole baratro, ho voluto gettarvi dentro de* gravi sassi per ^Icolare il tempo della discesa ^. che ammontò a 3o minuti secondi ^ alla fine, de* quali intesi un rimbombo co9ie il tpnfo che. producesi dalla percossa di un corpo ]^^raqqua«I montanm asseriscono per tradizione che ie^sendoyisi buttatOi dentro del frumento e^ altre materie gj^lleggianti, si sonq dopo lungo, tratto rinvenute in un.fonte, di £astellamare,..Checché/ ne sia: di questa loro assertiva non voglio esserne mallevadore: sarebbe però desiderabile e di sommo interesse covrire all’intuito questo spaventoso portento della natura, onde togliere al facinoroso un mezzo di soddisfare al delitto ed ivi immolar sicuramente agli ocelli della giustizia la vittima delle sue nequizie. Ritornando al primiero divisamentp ci rimane pur da