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3o5 gianti galene de^nobili. Ma oimè!! La notte de* secoli tutto cangiò. L’opulenza del luogo sMnvertl in una triste povertà! I palagi magnatizi divennero il ricovero de* bestiami! A buon conto l’audace mano dell’ignorante contadino può dirsi aver distrutto in poche stagioni, quanto erasi eretto da intere popolazioni per secoli ^ a Nalla ha di fisso, e di costante il Mondo <( Se i giri osserviamo delle cose fc La cieca instabil Dea cosi dispose «£ tutto va precipitando al fondo I Scala sofferse due terribili saccheggi da’ Pisani nel ii35 e iiSy che dovettero certamente cancellare il florido suo aspetto e produrre la dispersione degli abitanti (i) ^ e specialmente il secondo che uni alla strage ed allo incendio ben anche la prigionia de’ cittadini (2). s. Bernardo contemporaneo a tali avvenimenti in una sua lettera diretta a Lotario IL (3) resta maravigliato del come i Pisani abbiano potuto permettere un tanto male, insieme con le altre limitrofe Città d’Amalfi e Ravello^ ricchissime ed inespugnabili. Alcuni scrittori (4) pretesero essere stata questa Città rovinata anche dall’imperaci) Chron. Ursi praesliiteri... an. ii5o. Hiscc temporibus ut res Scalensium jacebaot, sic res Ravellensium (lorebant. (a) Falc. Beaev. Chron. an. iiSy. (3) Divi Bernardi £pìst. i4o. (4) Carafa isl. Napol.lib. 4. p. 88. Tutini tratt. della varietà di fortuna.