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30!l unico castello clie ancora preesisteva alla venuta della romana colonia in questi luoghi. Tralasciando le congetture, cui son io lontanissimo dal sostenere per via d*osservazioni, dico solo che $cala fu la prima città di queste contrade, fondata nel lY secolo da que^ romani che spinti da marosi dell’Adriatico, peregrinando e scampando di luogo in luogo dalle barbariche incursioni vennero quivi a soflTermare il piede. — Di grado in grado questa partorì e vide sotto i propri occhi sorgere florida e potente Amalfi (i). Questa città che altre volte avea brillato per numerosa popolaziotte, ricchezza e nobiltà, non che per i superbi edifizj, per le sue forti mura munite con cento torri, come pure pel suo famoso teatro detto il axmpidogUo; ora vedesi adequata al suolo e quasi deserta. In queste mura dove regna un cupo e profondo silenzio risuonava altre volta il continuo rumore delle arti, dell’allegrezza e della pompa i suoi marmi mutilati formavano la magnificenza de’ palagi e delle ville le diroccate colonne ornavano si la maestà de’ tempj che le lussureg-^ (i) TJghelli Ital. Sacra to. 7. in Episc. Scalena, e Cum in Oriente Magni Constautini temporibus ad novam Romam opplcndam, valida navium classe, quamplures e praecipua Romana nobiltate viri clarissimi iter urripuisscnt, a &aevissima tempestale pene dispersi, in Camensi littore se incolumes receperunt, et amaenitate loci allecti, sedem statoerunt suam. Ubi Capitoliiim, Theatrum, Thermas, Palati», Domos, Templaque magni6ca extruxcrunt, quorum adhuc vestigia cernuntur. lacet misérabilis Givitas intcr orientalem. meridionalemque plagam in ipso montis acclivio, quam Camensem vocant, secus Mare Tyrrbenum. Munitissiraa olim fuit, populorum frequentia, civiumque splendore illustri», inoenibns, aggeribus, ac fere tota munita turribus peperit scala ipsam amalpaià^i sieTKOPOLIM.