Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/311

detti agaricusy boleti, sponginculis^^hxm^o il Hitomie.fci incontrasi il cappero > il cactus àpUntia Uh: fico 4’ IlidiH, Varando atnpelodesmos ^ Taloe attkericatia) Vempètro t la corallina, o mosco coralliao. I monti egualmente abbondano della caccia di quadrupedi e volatili. Le greggi in. buon numero danno d^ei squisiti latticinj, e le carni Taccine sono molto tenere e saporose. L’economia delle api rimane alquanto trascurata, ma la coltura de’ bachi da seta La qualche successo. Anche dal mare i naturali della Costiera ritraggono delle ricche produzioni, come famosi dentici, squisite triglie ( muUus ) ^ saporosi muggini, pregiate cernie così dette, pescatrici, locuste marine, raje, sauri, scorfani ^ scorpene, sarpe, sarghi, rombi, merluzzi, aguglie y glavi, coracini, congri, murene ec. ec. La pesca delle acciughe è sempre abbondante massimamente nei mesi di marzo, aprile e maggio e preparate in sale sono ricercate e preferibili a quelle di Sicilia. La pesca de’ tonni, de’ palamidi, e de’ sgombri nelle tonnaje di Amalfi, Ercliìa e Prajano, comincia nel mese d’aprile e termina a settembre, facendosene la spedizione per Napoli. Non manca di esservi in diversi luoghi del littorale anche la pesca del corallo, la quale rimane trascurata dagl’indigeni, slantecchè il vantaggio è cosi tenue in raffronto del travaglio da impiegarsi, che si provvede meglio lasciarla in abbandono, ed impiegare il tempo e le forze a più vantaggioso travaglio. La maggior industria consiste nella fabbricazione di carta, di ferro, di sapone duro e di maccheroni ( oltre delle paste minutamente lavorate), che per la perfetta qualità sono le migliori del regno: si spediscono in Napoli, Sicilia, Calabria, Livorno, Genova, Marsiglia e talvolta fin a Rio Janeiro. Sonvi pure più lanificj che