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s6a lia y in Firenze e Sicilia ^ onde il papa Bonifacio nelle sue lettere a lui dirette , encomia di molto il suo agire , e la somma eloquenza. Riusci a sedare le acerbe dissensioni e rancori surti tra il re Ladislao con altri baroni del R^nO) riducendoli in pieno accordo e lealtà. Da Inno- cendo VII fu scelto per legato in Perugia , come ancbe assistè a^ concilj del mentovato Innocenzio y Gregorio XUj Alessandro Y e Giovanni XXIII ; e da ultimo nel concilio di Pisa sine ulta labe i^irum se integerrùnum gessiti al dire del mentovato Ciacconio e dell' Ughelli. Si noti che la famiglia Marramaldo di Amalfi erede- si d* origine Longobarda. — Essa pervenne nel nostro Regno nel 1260 a militar sotto Manfredi. Distinguonsi molti personaggi di questo nobile legnaggio, tra quali Andrea Marramaldo di Amalfi , capitano di molte galee, accorse ad asciar Messina con Carlo I. d'Angiò in se- guito del famoso Vespro Siciliano (i). Landolfo nel i436 fu dal re Alfonso creato suo consigliere , con T uffizio di Maestro Portolano, Tesoriere ecj e nel 1439 creato Vi- ceré in Terra di Bari (it). Antonio Marramaldo fu Vesco- vo dì Nusco nel i485. Fabrizio fu valoroso capitano sotto Carlo V. , e sommamente accetto e rimunerato nelle ca- riche di Camerario e di Consigliere di Stato nel ramo di guerra con annuo stipendio di 166 once. Fu signore di Ottajano , ove mori senza legittima prole , per cui ne rimase spento il ramo. Roberto Branda fu di famiglia patrizia Amalfitana (3). (1) Summonte to. a. pag. 291. (a) Biag. Aldimari , memorie stor. di diverse famiglie nobili p. io3. (3) XraMc la sua origiue dalla Provenza , e venne in Italia in com-