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93a dmillo de Notar lis (i) ci porge nel suo poema un bel parallelo in confronto, tra Flavio Costantino il grande coi nostro concittadino Flavio Gioja ^ Di due sol ti dirò, tra lo squadrone Dì cui più degui il mondo unqua non vide: Uuno è Flavio d^ Amalfi, onde il nocchiero Le vie saprh del procelloso impero. Trovar d^un mondo incognito, e remoto Il Colombo non mai potria la porta, Se per rinvio sentier di flutto ignoto Non gli facesse pria Flavio la scorta. Sacri di Flavio al nome, e porti il vota Il nocchier, divalla patria il pie riporta^ E grazie dia delle salvate sarte D^un sì gran uomo a F ingegnose carte. Ma se per poco taluno dubitasse ancora della verace esistenza della famiglia Gioja in Amalfi, allora in onor del vero asseverantemente assicurar possiamo che nel i63o il ramo Gioja, tuttavia esisteva. Chiaro si scorge ciò in un processo quivi legalmente compilato ed autenticato > riguardante la morte del Venerab. P. Domenico da Muro ^ religioso Conventuale morto in fama di santità, in dove = Suor Angiola Gioja ^ monaca pinzochera nel se* colo detta la Flaviana, interviene con altri molti testimoni, e sottoscrive la sua deposizione. Or mercè si gran ritrovato del nostro concittadino Flavio ) tutta la Provincia di Principato Citra d* allora in poi prese per istemma uno scudo spaccato, la cui metà superiore è argento e T inferiore di color nero. Nel cuore o nei centro dello scudo campeggia la bussola nau(i) De Notariis. FlaTÌo Costantino i) Grande, ovvero la pietà vittoriosa cant. 3. st. 48.