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52l5 C A P. XII. SuUa moneta A mal/liana. Abbenchè non vi sia chi dubiti che Amalfi abbia un tempo coniato monete, tuttavia o la loro rarità , oli non conoscerle, ci vieta ogni divinazione, poiché le congetture e le analogie son proprie della controversia e non delF i- storia : pur tuttavia non saremo avari di dirne qualche cosa. Eccoci dunque brevemente a favellare de' cotanti fami- gerati soldi e tari amalfitani che han richiamato sempre gli Antiquari ed Archeologi a laboriose ricerche. —Allorché il liOngobardo principe Sicardo travagliava con stretto assedio la città di Napoli, già troviamo aver pieno corso la moneta d'Amalfi, come da antiche scritture si desume ; eh* entran- do i Longobardi nella città il contratto s* intende fatto colla moneta Amalfitana j escludendo (jualumjue altra che stesse per valere. La propagazione e vigore di sifiat* ta moneta da per tutto il Levante , non meno che da per tutto il nostro Regno ( come oggidì presso di noi le piastre di Spagna ) , e' inducono a credere essere stata la migliore in circolazione. Ne' principati di Benevento , di Salerno e di Gipua , come anche nelle repubbliche di Napoli , Gaeta , Sorrento ec. veniva espressamente ricer- cata e per patto ne' pagamenti. I celebri archivj di Mon- tecasino , della Ss. Trinità di Cava , dell'Arcivescovado di Gipua , di Amalfi , di S. Liguoro di Napoli ec. ne di- mostrano abbastanza la celebrità , il divulgamento ed il valore. — SoUo al governo della repubblica Amalfita- na furono coniati i cosi detti tari di oro e di argen-