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me il metia del seno Pestano; e che anticamente venendo dalle Sirenuse prima di arrivare a Pesto, si trovava Marcinna: ( non intendendo escluderne Salerno già esi-* stente a^ suoi tempi ). Il desiderio di libertà, e quello di sottrarsi agF in* cendj ed alle frequenti mutazioni di dominio sotto le varie barbariche persecuzioni che arsero la bella Italia ^ indusse molte nobili famiglie romane ad espatriare e dimandare asilo e scampo a questa nostra costiera, al dir del Freccia e dell’Ammirato» Di fatti tali emigrazioni succedettero nelFann» 4^6 quando Genserico re de’ Vandali passò dair Africa in Italia con poderoso esercito di 3oo m. combattenti. Neil’ann. 546 Totila re de’ Goti dopo di aver presa e saccheggiata Roma, non lasciandovi che cinquecento abitanti quasi moribondi per &«me, secondo narra Sigonio de bello gotico ) venendo nel nostro Regno menò seco quasi tutta la nobiltà romana, una parte della quale venne lasciata nelle campagne Napol itane, come acrisse Procopio ) e secondo avvisò il sopraccitate Ammirato. Per cagion di queste guerre i nobili romani si rifuggirono nella riviera d’Amalfi, non altrimenti che que’ d’Aquileia in alcune isolette dell’Adriatico nella laguna (i). Esposta in cotal guisa l’origine e fondazione d’Amalfi ragion vuole che dal pari ne sviluppiamo la etimologìa del nome. Alcuni come dicemmo, fecero campeggiare la ninfa Amalfi qual perduta amante di Ercole, e che quivi sepolta ne avesse donato il nome (2). Al(i) La deposizione dei fiumi 9 che ivi ìncrocicchiaransi nel discendere dalle loro foci l’una all’altra opposte e trasversali, arcano, mediante l’urto continuo de’ venti orientali j formate col corso de’se* coli queste isole di semplice terra. (1) Ab. PaccincheUi. Il regno di Napoli in prospettiva part. I. pag. i86. Uasasella desc. del Regno di Napoli pag. 38.