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i6 i Amlfi (t). La speraifiui di rapida fortana nel còmmercil^ idK marre MccesArametàe iri aXtìtò naòTi abitatori. v Irle pai«Mil alio meliorem quaetere sedetti, «CamaqiM montanis ecce reperla ingis* «Huc omnes veaiunt, atque hanc habittfre peroplatat «Terram ^ tam forti praedita ablqae sita. cf Camigenae erraotaa grato excepere Quirites M Hospitio, et gaudent ^ ho^ sibì adesse viros. «Temperies iroeli placet hìs, placet hospka tellus; «Gens quoque montanum nil nisi nomen habenà. (( Hic maìisere din ^ longo post tempore tandem f( Migrare exigui collie ad ima placet. «Quo migrata simul, gens mille corrusca tropheis «Coepit Amalfiacas aedificare domos (2). Ora pur troppo è consentaneo alla ragione, che coloro i quali formarono una città sul lido del mare^ o alle falde di un monte, debbano essere discesi dal monte ifttesso: e se ciò generalmente è vero, non può mettersi in dubbio relativamente ai fondatori della nostra Amalfi immediata al mare, óltreccbé non abbiamo noi altra memoria di fondazione avanti del IV. secolo, lìè da^ Cronisti, né da^ Geografi antichi, la quale sia éerta e sicura. Strabone ci attesta non esservi stata altra città tra le Sirenuse e Pestò, che Marcinna ( Vie tri ), Certamente questo Get)grafo volle indicare Marcinna co1» iiiinr mii TU IT t nrìTJj r |tJ»Tittl •■>, ’. (1) Chron«Amàlpbiliwutti oop. A. Detiiqae pcArt làùgà teM)^crra’ descendercuit da Scala Ad vallem ilhon ^ Qsqoe ad lictas tnarik qtiod ibi subjacet ex parte occidenti» ^ et in eo loco ipsi M^tlphitaùi icoaperunt aedificare urbem ad exemplum aliarum civitatuin, appellante» eam Ainalphiam,. (a) Elegia di dotto ed ignoto autore Scalese riportata dall’UglielU in EpisG, ScaUns,