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ig4 2) do parto, e 1* estrema diligenza che usano, per Te)) nirne a perfetta cognizione. Io dubito assai che non 9 abbiano qualche indizio di me, e che un giorno y; non mi pedano uccidere però io hq delibe» rato andam^ene a Napoli, e, dato ivi ordine alle coyf Bt mie I ridtirlni in Ancona, ove avrò modo che le» mie entrate rair saranno mandate. Io ci starò fin che )» si veggia che questo sospetto esca di capo ai signori» Tostti fratelli. U tempo sari poi quello che ci consi* )» glierà )>. Il Bologna con cordoglio della moglie parti per Ancona conducendo seco il figliuolo e la figliuola, che scru-«polosamente faceva nudrire. Ma già la Duchessa d’Amalfi era divenuta gravida per la terza volta e quasi iikpsiir ziTa per l’assenza del marito; ella mal reggendo alla:>dttft lontananza ed alle perquisizioni de^ suoi fratelli delibei^ di raggiungerlo a costo di perdere il titolo di Dnchesta«Pria di partire manifestò di aver un voto ’^’^oddisflEire a Loreto; onde lasciata buona cura pel goVenio del figliuolo che restar dovea Duca d^ Amalfi, si po^ in viaggio, e accompagnata da scelti personaggi gittò^^ se in Ancona* fra magnifici ricevimenti^ è -^trattametiti; Dopo del desinare ^ la Duchessa fece chiamare in una Mja tutti i • suoi y e^ smascherandosi, cosi loro parlò: «Tempo è oggimai ^e- io,» gentiluomini miei, è» voi alti*i servidori, faccia a tutto il mondo manifesto» quello che dinanzi a Dio è statò una volta fatto. A» me, essendo vedova, parve di maritarmi, e tal ma» rito prendermi, quale il mio giudizio s’avea elet» to. Il perchè dico che sono già alcuni anni passati,»; che io sposjfti, a la presenza di questa miii cameriera» che è qui, il sig. Antonio Bologna che voi vedete *i )^ egli è mio legittii^io marito, e seco, perciò che sua» sono, intendo di rimanere. •..Queste mie donzelle