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i84 mercè il suo personale coraggio, el suo valore, e fermezza di animo, divenne formidabile a tutti. Lo spirito di conquista occupava la miglior parte del suo cuore. Egli mostrossi sempre intrepido e nel vincere, e nel perdere: avea una sorprendente costanza; nulla Y avviliva; e gli eserciti Pisani, Imperiali, e Pontificj non furono bastevoli ad abbatterlo. U Principe Roberto, il conte Rainulfo, i Duchi di Napoli e d’Amalfi, gli dettero non poca inquietudine; ma la sopravvenuta morte de’ primi ) e la conquista de’ secondi, tolse ogni ostacolo al corso di sua fortuna. Le gloriose vittorie di Puglia, di Gilabria, di Sicilia e di Africa terminarono di formare la Monarchia fondata con incredibile valore e resa il terrore dell’Africa e di Costantinopoli. Egli avea fatto scolpire sulla spada e sopra il suo suggello questo verso: Appulus 9 et Calaber[^ Siculus nd/u servii et Afer — Ecco il ritratto che forma il eh. Muratori del nostro eroe normanno, ce Principe glorioso per tante imprese, di» statura alta, con faccia leonina, saggio, provido ^ acì» corto j più inclinato a raccogliere, che a spendere 1 danaro y fiero in pubblico, benigno in privato, ver» so chi gli era fedele liberale in premiarli, aspro sin il ad essere crudele a chi gli mancava di fede, più temu» to che amato da’ suoi sudditi». Non si niega che tra le crudeltà e barbarie, comuni a molti conquistatori, per cui oppresse tanti innocenti creduti rei di fellonia, molti nobili fece anche trucidare, non che spianare e distruggere più Città e Castelli: tutta fiata ebbe delle sublimi qualità e virtù che il rendono glorioso essendo stato amante delle scienze, e protettore de’ letterati benefattore delle chiese, savio legislatore e difensore de’Cristiani, per cui iatitolavasi: Chrv sìianoTwn adjutori et clypeus. — Aggiungeremo da ultimo che la Sicilia sotto i suoi auspicj fu la. prima a coltiva