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12 giam, e. m. p€iss. proximum autem huic (Palinuro scilicetj Jlumtn Meìfts et oppidum Buxentum, gracce Pyxiis (Pisciotta). Clnverio nel lib. lY. dell’Italia antica parimente scrisse. PoH PaUnurum promontorium setjuitur Mei-phes fiumen, vulgo nane Molfa, et Malfa, ci idem Molpa, Malpa, et Melpa adcoUs dictum. Oggi ritiene solamente quello di Molpa, non conosciuti afiatto gli altri nomi; e da questo ha improntato il suo anche un villaggio detto Molpa (i). Più diffusamente di questa edificazione ne scrisse M ambrin Roseo nel lib. 7. della storia del Regno, e Bernardino Rota nella sua i. metamorf. scherzando chiamolla Molpis. te Quae te non flerunt Nymphae, quae littora Molpis-? (( Testis erit Molpis tantae pars maxima cladis,, «Quam Venus in silicem vertit. Questa città di Molpa o Melfi nel seno di’ Palinuro fu totalmente da^ barbari distrutta. Al presente però é osservabile colà nelle rupe meiùdionale una grotta appellata la grotta delle ossa, dove si vede un cùmulo di ossa umane pietrificate, e riunite insieme da una materia gessosa stillata dalle, viscere del monte superiore. Il dotto Antonini (2) opina che le ossa ammonticchiate in quella grotta furono quelle de’ naufraghi Romani di ritorno dall’Africa con i5o navi) sotto il consolato di C. Ser-’ villo Cepione, e di C. Sempronio Bleso ( Orosio lib. 4* cap. 9. ) che per ordine di Ottaviano furono ivi riposte. (1) Presso r autore della Cronaca di S. Mercurio. (a) Antonini la Lucania tom. 1. part. 2. disc. 7. pag. 365.