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11 scirono campare dal fiero naufragio, e sbalzate dalle onde ne’ vicini lìdi giunsero ad afferrare terra presso Ragusa in Dalmazia. — È fiielle il supporre con quanta osj^talitàe cortesia furono gF infelici naufraghi in sulle prime accolli da’ Ragusei, che dichiaravansi altamente beneficati dal popolo Romano; ma in appresso la restrizione de’ confini che lor prescrissero, e l’ubbidienza che del pari tributar doveano a coloro che per l’innanzi riguardati aveano come sudditi, divenne per essi un idea poco consolante. Altronde i Ragusei invasi dal sospetto che questa colonia col crescere nel numero e facoltà si sarebbe resa facilmente altiera, despota e tiranna, si dettero a macchinar delle insidie contro i beni e la vita de’ loro ospiti. G>sl non potendo questi più a lungo sostenersi in mezzo alle congiure, si decisero ben presto di abbandonare per sempre quel luogo sconoscente. Imbarcatisi eglino su navi Ragusee dopo aver percorso l’Adriatico si soffermarono in sulle spiagge della Lucania vicino Palinuro, che dal naufrago nocchiere il nome prese (i). U bisogno di custodire le loro vite e sostanze, aggiunto all’avidità di fabbricare una città per loro stabilimento, determinò la Romana colonia di gittar colà le fondamenta d’una nuova città lungo un picciol fiume chiamato anticamente Molpa (2) o Melfi» Di questo fiume fa menzione Plinio (3) dicendo: promontorium Par linurum a quo sinu recedente trajectos ad columnam^ re(1) Virgil. ^ncid. lib. 6.. Mtemumque lacus PaUmiri. nomea ha^ bebiu V. Diofiys. Halicarnass. antiq. Rom. lib. i. pag. 4^. edit. Fran-; cofurt. (3) Moipe nome ancora di una delle nostre Sirene, e ne’ secoli di mezzo Moiphe, (3) Plin. lib. 3. cap. 5.