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144 Salerno fu spettatrice del pia spietato caso. — Gnaimario IV, principe cotanto glorioso e potente fu nel loSa, con 36 pugnalate assassinato, ed il cadavere trascinato per la citta fin la spiagge del mare fu lunga pezza il ludibrio a quegli infieriti congiurati. Gli Amalfitani pensando a^ casi loro tantosto si ritirarono nella loro patria^ e discacciatone il cieco duca Mansone ristabilirono il mentovato Giovanni III. col suo figliuolo Sergio (i). Salerno colla rocca restò in potere de^ faziosi Salernitani, ma Guidone duca di Sorrento, fratello del estinto Guaimario, chiamati in ajuto i Normanni, da U a cinque giorni ricuperò quella Città; installò nel Principato Gisulfo IL suo nipote nato da Guaimario (d), e fece morire quattro di lui parenti con trentasei altri, tutti complici di quel misfatto. Cosi Leone Ostiense (3). Per questa sollevazione T amalfitano arcivescovo Pietro Alferio rifuggissi in Boma, perchè partigiano di Guaimario. — Questo prelato rattrovandosi nel io54* in Roma fu con lettere destinato dal papa Leone IX. per legato all’imperador Costantino Monomaco y con Uberto vescovo di Selvacandida, e Federico Diacono suo cancelliere (4); a procacciar T unione fra la chiesa Gre(t) Giovanni fu dall’imperador Monomaco, onorato co’ titoli di Afh tfpatus et Vestii» (^ Peregrin. in Stemmata. V. Guido» (3) Leo Ost. lib. s. e. 88. sChron. Caveas. in an. io5a. (4) Direxit ( pontifex Leo) Constantinopolim Apocrisarios ad causam ecelaesiae tuendam, Humbertum Silvae-Gandidae Episcopum^ etCardinalem, Petrum Amalphitanorum Episcopum, et Fredericum Diaconum, et Cancellarium:=Nat. Alexandri hist. Eccles. to. 14. pag, 17.^