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ia5 escluso "da qa«l posto per gelosia, violati i giuramenti $ cospirò contro del padre, pregando Marino duca di Napoli di aiutarlo nel disegno. Marino di accordo col do*^ gè Mansone per non compromettere le loro persone, e togliere ogni briga > mandarono Indolfo di nascosto esiliato in Amalfi ^ e dopo qualche tempo lo richiamarono in Salerno. Al certo pernicioso consiglio fu quello di richiamare colà il competitore Indolfo j poic^iè dissimulando V oltraggio ricevuto s’accattivò con donf e promesse F animo de’ Salernitani, e quello de’ congiunti di Gisnlfo, e quindi propalando la fal^ voqe spacciata dell’estinto principe, insinuò loro di darsi a Pandolfo Capodiferro principe di Benevento e di Gapua ) ch^ colla sua forza avrebbe saputo rimettere Gisulfo nel principato di Salerno. Acconsentirono i Salernittini ed i congiunti di Qisulfo a tale proposta, ed immantinente portaronsi da Pandolfo Capodiferro, quale accettandone V impegno s’ii|- caminò colie sue truppe verso Salerno, ed unitosi co^ Salernitani che stavano fortificati ne’ castelli, cinse la città di stretto assedio, e ne depredò il tenimetito» I due Landolfi gli offrirono della resistenza ma non potendosi troppo avvalere de’ Salernitani, si valsero del coraggio del doge Mansone e de’ militi Amalfitani, ch<e vennero in loro aiuto. Mansone dopo di essersi co’ suoi battuto valorosamente, e aver sostenuto con bravura l’assedio, non potendo più a lungo resistere alle forze di Capodiferro fu obbligato cedere la città, nel 9^4* Fin qui l’anonimo di Salerno; condusse il suo lavoro, che indirizzò allo stesso principe Pandolfo Capodiferro. Bisogna supporre esservi stati de’ patti fra Pandolfo Capodiferro e ’1 doge d’Amalfi, come quello nel cui