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8 Gli Egizj pria, imitati poi clagF invidiosi Greci, ebbero per loro nobile istinto vestire e velare tutte le verità istoriche, morali e dottrinali, con qualche allegorica e poetica narrazione; anzìccbè i Greci più degli altri fra tutte le nazioni dediti ad intessere delle favole, attrìbuivansi per fondatori numi ed eroi immaginari!. Loro industria era quella di nascondere con ogni sforzo T origine troppo bassa de’ loro eroi. Se non cbé le loro favole stesse ( mescolanza bizzarra delle loro rimembranze e delle stranezze della loro immaginazione ) divennero altrettanti monumenti a favor della verità. «— U nome d’un Dio, quello di un savio fin allqra sconosciuto, e che fu d’uopo indicare con una parola presa da lingua estranea > sono le tracce che la verità lascia dietro di se, e che tutti gli sforzi dell’amor proprio non possono cancellare; per la qual cosa la loro storia non comincia a meritar qualche credenza ^e non all’epoca delle Olimpiadi. — Se poi parlar volessimo dellomani, osserveremmo che ancor questi quando crebbero in tanto fasto, superiorità e grandezza, siffatte ampollose origini non disprezzarono; nulladimeno, sebbene E iù temperati de’Greci, non cessarono’di coltivare mille idee izzarre per quella lor Troja a cui avendo dato maggior peso la tromba di Virgilio a forza di figurarsi un origine più d’ogni altra eccelsa, si lasciarono lusingare da mille vane credenze. Diversamente mostrossi la nostra sacrosanta Scrittura, la quale sola seppe conservare monumenti sicuri sulla vera antichità. L’orìgine di Amalfi quasi si perde come quella della maggior parte delle altre città delle nostre regioni, nell’oscurità de’ tempi; ma la favola, che suppli ai mancamenti delle storiche conoscenze delle antiche città etrusche, greche e latine, ha saputo rimediare ad una tal perdita, somministrando sopra di essa invenzioni invece di veridici ragguagli. Ecco la ninfa Amalfi che cotanto gi