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120 )» Bcoltà delle cose, e de^ tempi non s* è potuto. A proli muovere i tuoi nobili sforzi, stenderà in breve, co» me speriamo, il Signore la sua destra, a cui né la ^ Saracenica immanità, né alcuna forza creata potrà re)» sistere. Tu intanto prosiegui con alacrità F opera in)) trapresa, e impiega per essa la libbra di oro cbe man» diamo. Per una certa come divinazione presagisce Tap nimo ipio, cbe in breve, colla liberazione di taVC i 9 fratelli detenuti in servitù, ci darà Dio il motivo di p fargli de^ sommi ringraziamenti. Cristo sia quello che» te e tutti i tuoi del visibile, ed invisibil nemico sal3 vo ed illeso conservi». — Fin qui il s. Patriarca di Costantinopoli al nostro Doge Amalfitano. Il governo del Doge Mastalo fu molto memorabile presso i suoi per lo zelo e buona disciplina. Egli, nel 946 prendendo le parti di Gisulfo I. figliuolo di Guaimario II. principe di Salerno (i), contro di cui i Beneventani, i Capuani ed i Napoletani aveano mosse le armi, combattendo valorosamente in campagna aperta, nel luogo detto Mitigliano, li costrinse a voltare le spalle. Gisulfo e Mastalo non si arrestarono a questa intrapresa; essi si spinsero più oltre ad espugnar Nola 9 e dopo varj assalti di notte e di giorno, con arieti e briccole ne smantellarono le mura e s^ impadronirono della città dandovi il saccheggio quindi fortificandola di bel nuovo vi lasciarono il presidio e si restituirono nelle rispettive (j) Successe nel principato nel 933. Essendo di teneri età fa posto sotto la tutela, e reggenza di Prisco conte e tesoriere» — Cosi l’annalista Salernitano.