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1*9 cogli Amalfitaiii, con obbligo di combatterli, e di dividersi le loro spoglie. Tutto ebbe un felice risultamehio^. La pugna s^ accese presso il fiume Crati^ vicino Cosenza ove i Saraceni ebbero una compiuta sconfitta, e riuscì a pocbi di essi trovar asilo e scampo in Reggio. Le città di Cosenza, Squillace e Catanzaro furono cosi ricuperale (3). Gli Amalfitani fra le continuate guerre cóntro i Saraceni che quasi sempre furono ad essi superiori neireVento, ebbero pur talvolta a dolersi per la cattura di molti loro concittadini. Ed invero appo il Baronio trovasi ùita lef*tera del Patriarca di Costantinopoli S. Niccolò il Misttco scritta in cotai tempi al Doge Mastalo in cui mostra la sua pietà, esortando il doge per lo riscatto degli schiavi Amalfitani. La lettera è del tenore spegnente: <( Primieramente la precorsa &ma, ed ora la tua iet)» tera, scritta a noi amantissimamente, ci hanno mani» festato Tamor tuo singolare verso di noi e T impegno I» ardentissimo a prò di questa chiesa a noi commessa» da Dio. Moltissimo ti dobbiamo per questo riguar)» do; e non mai saremo in istato di soddisfare se non» co’ Voti, con cui v’imploriamo da Dio tutte le cose )i fauste ed avventurate. Imperciocché tuttociò, che mai» far potremo con tutta T appKcàzioàe del no^ro spiri-*» to, e con le nostre for^e, sarebbe cosa pur troppo» lieve,6 a te già prima, per segnalati bétiefizj dovùD ta. L’affare vostro per la redenzione degli schiavi ab» biamo in parte sbrigato: mandarsi a fine, per la difMta (i) Chron. Cavcnsc inan. gai.